Lode dei sindacati britannici al Governo laburista di Tony Blair per aver potenziato l’ occupazione e, allo stesso tempo, i diritti dei lavoratori.
Un rapporto del ‘Trade Union Congress’, (Tuc), pubblicato oggi dal Financial Times, evidenzia come nei primi 5 anni al potere il ‘nuovo partito laburistà abbia avuto maggior successo del precedente governo Conservatore nella creazione di posti di lavoro “di qualità”, facendo “avvicinare la Gran Bretagna alla piena occupazione più di quanto sia mai successo negli ultimi 25 anni”.
La forza lavoro britannica è infatti cresciuta di 1,290 milioni di unità, nei 5 anni iniziati dalla primavera del 1997 (quando Blair conquistò il potere), rispetto ad un aumento di 740mila unità, registrato nel precedente quinquennio.
Lo studio del TUC loda il Governo Blair per aver “sfidato l’ortodossia”, introducendo un livello nazionale minimo per i salari, rafforzando la protezione del lavoro e costringendo i datori di lavoro a riconoscere i sindacati laddove ciò fosse richiesto dai dipendenti.
“Secondo i critici del Governo – sostiene il rapporto – queste politiche si sarebbero dovute tradurre in meno persone al lavoro e in un aumento della disoccupazione”. Invece l’occupazione è cresciuta, aggiunge, e il tasso di disoccupazione (in base ai dati ufficiali) è sceso più velocemente di quanto avesse fatto quando i Tories erano al potere.
Inoltre, dal 1997, l’aumento ha riguardato posti di lavoro permanenti, circa due terzi dei quali a tempo pieno, mentre, nel quinquennio precedente, la crescita è stata rappresentata, per oltre la metà, da posti temporanei.
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