Il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando (Lucio Dalla), ma quale trasformazione? Ci vorrebbe una buona dose di ottimismo della volontà, ma invece prevale il pessimismo della ragione (Antonio Gramsci) per immaginare un 2024 migliore dell’anno che sta morendo. Dunque, vediamo e prevediamo cosa potrebbe indurci a vedere il rosa e cosa il nero.
L’ipotesi che l’attuale governo crolli a causa di dissidi interni è altamente improbabile, diciamo pure impossibile: il potere è un collante molto tenace, difficile che i tre partiti di maggioranza facciano un autodafè, praticamente un suicidio politico (anche se Matteo Salvini nel 2019 lo fece). E allora l’unica possibilità per cambiare l’anno che verrà è nelle mani degli elettori, che il 9 giugno saranno chiamati a votare per il Parlamento europeo. Se, e sottolineo se (Mina), i partiti di opposizione dovessero miracolosamente raggiungere un risultato molto positivo e invece quelli di maggioranza dovessero perdere parecchi consensi, tanto per fare i numero se quelli che governano scendessero al di sotto del 45 per cento, magari avvicinandosi al 40 e la somma di quelli di opposizione arrivasse a superare quella soglia, beh allora non sarebbe assurdo immaginare una fortissima fibrillazione politica che potrebbe portare alla caduta del governo e alle conseguenti elezioni anticipate. Ma se non siamo nel regno della fantapolitica, poco ci manca. In ogni caso, la speranza è sempre l’ultima a morire. E qui si ferma l’ottimismo.
Il pessimismo invece ci dice che non solo questo governo non cadrà prima del voto, ma che nel voto troverà la sua conferma. E che quindi potrà proseguire nella sua opera demolitrice dello stato sociale e forse anche della Costituzione, per tutto il resto della legislatura. A quel punto non sarà facile per i partiti di opposizione contrastare gli avversari, che oltretutto saranno stati legittimati dal voto popolare. Tuttavia dovranno provarci, in Parlamento e nelle piazze (frase fatta e piuttosto retorica), mettendoci quel surplus di convinzione e iniziativa e magari di unità che finora sono mancate.
Le occasioni non mancheranno, su ogni questione all’ordine del giorno i provvedimenti che prenderà l’attuale governo saranno quasi tutti sbagliati e pericolosi. Inoltre, non mancheranno nemmeno i problemi interni alla destra, già in questi giorni vediamo la sofferenza di Forza Italia, ridotta a portatrice d’acqua, senza riuscire a incidere per nulla nell’azione del governo. E vedremo anche allargarsi il fossato che divide Meloni e Salvini, entrambi concentrati sullo stesso elettorato e di conseguenza avversari. Tra loro sarà una lotta senza quartiere per conquistare un voto in più del cosiddetto alleato, una lotta che sarà condotta con slogan e proposte una più di destra dell’altra. Dai migranti all’Europa, dalle tasse ai condoni, fino alla repressione per chi non si allinea al nuovo ordine, sarà una corsa a chi la spara più grossa.
Chissà se la maggioranza relativa degli italiani si farà abbindolare da promesse che non potranno essere mantenute, ma che se lo fossero sarebbero deleterie per tutti, anche per molti elettori della destra, quelli che ancora credono in un Paese civile. Forse sono pochi, ma qualcuno ancora esiste.
Buon anno…
Riccardo Barenghi