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Pensioni, dalla bozza del ddl bilancio via libera a quota 104 con penalizzazioni sulla determinazione dell’importo

redazione
Ottobre24/ 2023

Nel 2024 si va in pensione anticipata con quota 104, ossia 41 anni di contributi e 63 anni di età anagrafica, anziché con quota 103 (41 anni di contributi e 63 di età) come è previsto per l’anno in corso. Lo prevede La bozza del ddl di bilancio, che fissa anche alcune penalizzazioni ai fini della determinazione dell’importo. In sostanza, per i chi matura i requisiti per il pensionamento anticipato nel 2024 si riduce il periodo di calcolo con il sistema retributivo, più conveniente, e di conseguenza aumenta la quota di calcolo con il sistema contributivo.

Per chi va in pensione con il requisito contributivo indipendentemente dall’età anagrafica, viene anticipato al 2025 la revisione di tale requisito per l’adeguamento alla speranza di vita.
Attualmente, l’accesso alla pensione anticipata è consentito con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, requisito che, in base alla legislazione vigente, resta invariato fino al 31 dicembre 2026. Con la disposizione che si legge nella bozza della manovra, tale requisito di applica fino al 31 dicembre 2024 e per il 2025 si provvede all’adeguamento in base alle speranze di vita.

Arriva anche una stretta sulle finestre di uscita. Per i lavoratori del settore privato si passa da 3 a 6 mesi dal momento della maturazione dei requisiti, per i lavoratori del settore pubblico si passa dagli attuali 6 a 9 mesi.

Nel 2024 l’indicizzazione delle pensioni si colloca tra il 100%, per i trattamenti fino a circa 2.252 euro lordi (quattro volte il minimo) e il 22% per quelli superiori a 5.630 euro lordi (oltre dieci volte il minimo). Lo prevede la bozza del ddl di bilancio.

In particolare, l’indicizzazione scende al 90% per le pensioni non superiori a 5 volte il minimo (circa 2.815 euro), al 53% per quelle fino a sei volte il minimo (3.380 euro), al 47% per quelle fino a otto volte il minimo (4.500 euro), al 37% per i trattamenti non superiori a 10 volte il minimo (5.630 euro) e al 22% per le pensioni di importo maggiore.

e.m.

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