“I decreti attuativi del jobs act meriteranno attenta lettura perché la qualità tecnica fa sostanza, ovvero determina diversi effetti sul mercato del lavoro. Un vero peccato che il governo abbia rinunciato al testo unico semplificato che avrebbe dovuto sostituire lo Statuto dei lavoratori. Avrebbe dovuto rappresentare non una asettica operazione tecnica ma un più esteso cambiamento di paradigmi rispetto all’impianto regolatorio del 1970”. Lo scrive Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, nella sua rubrica sul blog dell’Associazione amici di Marco Biagi
“Leggeremo tuttavia con attenzione – aggiunge – la nuova regolazione delle tipologie contrattuali, con particolare riguardo all’apprendistato, al part-time, al lavoro intermittente, ai voucher, alla somministrazione. Il superamento dei pregiudizi sulle partite Iva e il permanere delle collaborazioni di cui al codice civile dovrebbero peraltro consentire un più agevole accesso a forme di autoimpiego che meriteranno quanto prima alcune specifiche favorevoli disposizioni per la riscossione del compenso e per una conveniente tassazione. Confidiamo in particolare che il Parlamento possa esercitarsi sulla maggiore semplificazione della gestione dei rapporti di lavoro e sugli strumenti di accompagnamento al lavoro dei disoccupati”.