“Questa mattina abbiamo audito in Commissione Lavoro al Senato, il Presidente dell’ISTAT, Giorgio Alleva, accompagnato da diversi tecnici dell’Istituto, che ha depositato un rapporto, contenente uno studio economico approfondito, sulla nostra proposta di legge n. 1148 sul reddito di cittadinanza. Nel rapporto è stato indicato che il sostegno al reddito, contenuto nella nostra misura, ha un costo di 14,9 miliardi, un costo quindi addirittura inferiore ai 15,5 precedentemente stimati”. Lo afferma la senatrice del Movimento 5 stelle Nunzia Catalfo.
“Negli ultimi mesi – prosegue la senatrice Catalfo – abbiamo ricevuto molteplici attacchi e critiche infondate da alcuni esponenti politici che affermavano, solo per screditarci, che la nostra misura aveva un costo di oltre 30 miliardi. Oggi è stata direttamente l’ISTAT a darci ragione e dare un forte segnale di smentita”.
“Ora non ci sono più scuse. Approviamo subito il reddito di cittadinanza e diamo all’Italia la dignità che sino ad ora mancava”, conclude la senatrice pentastellata.
Ma il presidente dell’Istituto nazionale di statistica, Giorgio Alleva, fa comunque notare che “Ci sono dei rischi insiti nella scelta dei requisiti per concedere un reddito di cittadinanza in Italia” e come, nel nostro Paese, “potrebbero pesare in negativo la forte presenza di lavoro nero e l’alta evasione fiscale”.
“Occorre anche affrontare i problemi che sorgono con riferimento alla cosiddetta prova dei mezzi, ovvero la scelta degli indicatori da utilizzare (reddito, patrimonio, ecc.) e l’attendibilità dell’accertamento dei requisiti richiesti, tenendo in giusto conto la significativa presenza di lavoro irregolare o parzialmente regolare e la dimensione rilevante dell’evasione fiscale. Anche in questo caso, infatti, potrebbero verificarsi effetti distorsivi influenzando lo stesso impatto dei provvedimenti in termini di equità”, ha detto in un’audizione in Senato.
Infine, “l’introduzione di questo tipo di misure implica una riconciliazione con le misure già esistenti e può arrivare ad associarsi a una riforma più articolata di tutto il sistema di ammortizzatori sociali. È quindi di cruciale importanza la programmazione di politiche accessorie che aiutino ad armonizzare l’introduzione delle nuove misure”, ha concluso.