Nonostante la lunga trattativa notturna e un’attesa lunga nove anni, Snals-Confsal e Federazione Gilda-Unams dicono no al nuovo contratto del comparto Istruzione e Ricerca.
Per quanto riguarda lo Snals-Confsal, tra i motivi dell’astensione figura il capitolo sui miglioramenti retributivi, che per il sindacato sono”irrisori”, mentre il testo nella parte normativa risulta “problematico”.
“La svolta che doveva ridare dignità ai lavoratori della scuola non c`è stata – ha affermato il segretario generale Snals-Confsal, Elvira Serafini -. Dato che attendevamo questo rinnovo da quasi dieci anni abbiamo portato avanti la trattativa fino allo stremo, in una notte da incubo, ma non abbiamo potuto firmare un rinnovo contrattuale che rischia di svendere l’intera nostra categoria. Abbiamo preferito dire di no”.
“Il nostro è un gesto di coraggio, tra l’altro non facile, – ha proseguito Serafini – ma abbiamo voluto dire basta a questa politica al ribasso che non investe nella Scuola, nell’Università, nell’Afam e nella Ricerca. Speravamo che il governo desse un segnale d’inversione di tendenza, fatto di rispetto, considerazione, investimento, ma così non è stato. Questa politica ha dimostrato di non saper volare alto: l’accordo firmato questa mattina è insoddisfacente”.
Il segretario Snals ha concluso: “Proseguiremo nel nostro impegno a difesa di tutti i lavoratori del comparto, impegno oggi forse ancora più difficile a fronte di quello che consideriamo, con la mente e il cuore, un vero e proprio tradimento delle giuste aspettative dei lavoratori”.
Sulla stessa linea la Federazione Gilda-Unams che ha deciso di non firmare perché le risorse economiche stanziate dal Governo non consentono di colmare la forbice stipendiale tra il personale della scuola e quello degli altri comparti del pubblico impiego.
“Soltanto 80 dei 200 milioni del bonus per il merito sono confluiti nella retribuzione – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – mentre tutto il resto è stato destinato alla contrattazione di istituto per la valorizzazione del personale. Inoltre, per quanto riguarda la mobilità, giudichiamo negativamente l’obbligo di permanenza triennale nella sede ottenuta per il trasferimento”.
La trattativa serrata ha comunque consentito di raggiungere importanti miglioramenti per la parte normativa rispetto alla prima bozza e di evitare ricadute negative della legge 107 sul contratto. Resta, dunque, invariato l’orario di servizio (comprese le 40+40), non vengono introdotti compiti aggiuntivi obbligatori e non retribuiti né per la formazione, né per l’Alternanza Scuola-Lavoro, il Collegio dei Docenti mantiene la prerogativa di deliberare il piano delle attività e non viene modificata la funzione docente. Per quanto concerne la delicata materia disciplinare, è stato stabilito il rinvio ad una successiva sequenza contrattuale.
“Per la FGU, la valutazione complessiva del contratto – conclude Di Meglio – non raggiunge la sufficienza”.