“Stellantis poggia su tre pilastri storici per crescere: Italia, Stati Uniti e Francia. Siamo molto consapevoli del fatto che nei paesi in cui abbiamo le nostre radici è sempre meglio essere in linea con quanto è richiesto dai rispettivi governi”. Così il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares in un’intervista a Il Sole 24 Ore. Per questo l’arrivo di un costruttore cinese in Italia, secondo Tavares, non risolverebbe i problemi di produzione: “Il mercato – oggi siamo i leader con il 33% – sarebbe più frammentato, non aumenterebbe in dimensione né in produzione. La battaglia vera sarebbe sui costi. Un produttore cinese assemblerebbe automobili utilizzando fornitori cinesi. Le dico questo: non abbiamo paura della sfida cinese, ma indebolire Stellantis in Italia non aiuterebbe l’Italia”.
Tra il 2019 e il 2022 Stellantis ha investito 5 miliardi nel nostro Paese, di cui 2 a Torino. L’Italia è l’unico paese in Ue dove saranno introdotte le piattaforme bev Stla Large e Stla Medium (a Cassino e Melfi). A Termoli invece sarà costruita la Gigafactory Acc, l’unica Gigafactory del paese. “Il dialogo che abbiamo con i sindacati e il nostro personale in Italia è eccellente e siamo molto grati per la comprensione del cambiamento che dobbiamo mettere in atto per assicurare la sostenibilità del gruppo e delle nostre le attività in Italia”, ha detto Tavares, ricordando che Stellantis esporta “il 63% di tutta la produzione italiana e il 93% di Mirafiori” e che “nel 2023 abbiamo aumentato la produzione del 10%, è un fatto”.
Quanto allo storico stabilimento di Mirafiori dove i dipendenti sono in cassa integrazione, Tavares sottolinea che “in Italia siamo al 63% della nostra capacità produttiva e che saremmo pronti a raddoppiare la produzione della 500 elettrica a Torino. Ma la questione dell’accessibilità è molto importante per le famiglie italiane”. Per questo servono con urgenza gli incentivi. “Sono stati annunciati molte volte, ma non sono stati ancora implementati. In questo modo noi perdiamo l’occasione di produrre più Ev in Italia”.
Sempre riguardo Mirafiori, dove si continueranno a produrre la 500e e le Maserati elettriche, sarà lanciato il Mirafiori Automotive Park. “Non lo abbiamo presentato dettagliatamente finora e penso che sia arrivato il momento di farlo. Credo che sarà uno dei maggiori Automotive park di Stellantis nel mondo. Continueremo ad avere un’attività molto intensa di design. Tutti i più bei modelli di Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Abarth nascono a Mirafiori, per non dire di Maserati. Continueremo così. Sarà molto forte anche la parte di ingegneria e attività tecnologica”. A Mirafiori sono stati investiti 240 milioni per sviluppare il centro di ricerca per batterie, software e guida autonoma, l’hub di economia circolare e per la produzione di cambi doppia frizione elettrificati per i modelli ibridi e plug-in di tutto il gruppo.
Ma dai sindacati con cui Tavares vanta un “eccellente dialogo” arriva una secca smentita. “Le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Stellantis non corrispondono alla realtà che vivono ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti italiani”, afferma in una nota Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità. “È da tempo che abbiamo chiesto unitariamente un confronto con l’amministratore delegato e la Presidente del Consiglio. In realtà stiamo assistendo ad una lenta dismissione degli stabilimenti Stellantis attraverso uscite incentivate delle lavoratrici e dei lavoratori e il continuo utilizzo degli ammortizzatori sociali. Come si costruisce il futuro se ad oggi non ci sono state assunzioni di donne e giovani per creare, progettare e produrre in Italia? Gli investimenti che creano occupazione vengono fatti in altri Paesi, basta vedere la situazione di tutti i siti e della ricerca e sviluppo”.
Lodi snocciola una a una le criticità per ogni stabilimento: “Per Cassino, sottoutilizzato come tutti gli altri stabilimenti, è stato annunciata la piattaforma elettrica Large, ma ci sono ancora molte incertezze su modelli e su volumi; a Melfi attualmente sono in produzione 500X, Compass e Renegade, ed è in arrivo la piattaforma elettrica Medium anche se risulta al momento indeterminato il numero di modelli. A Pomigliano D’Arco, nonostante l’allungamento della produzione della Panda fino al 2027 e l’avvio della Pandina, non ci sono garanzie sul futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento. A Mirafiori, dove lo scorso anno sono state prodotte solamente 80mila vetture, continua la cassa integrazione, fino al 20 aprile sulla 500 elettrica, mentre per quanto riguarda la Maserati proprio oggi sarà prodotta l’ultima vettura del modello Levante e questo comporterà da domani il ricorso ai contratti di solidarietà fino alla fine dell’anno, dal momento che non si conosce la tempistica dei nuovi modelli. La Maserati è in produzione anche a Modena con 2 modelli tra cui Mc20, ma negli ultimi mesi c’è stato un incremento del ricorso alla cassa integrazione che è prevista fino al 6 maggio. A Mirafiori l’avvio del Battery Technology Center, dell’Hub del riciclo e del Green cCmpus, inoltre, non permetteranno la crescita in termini occupazionali, con poche prospettive anche per le attività di ricerca e sviluppo. Quanto alla gigafactory di Termoli, dagli ultimi incontri è emerso che entrerà a pieno regime non prima del 2029, comportando la necessità di utilizzare ammortizzatori sociali, senza la garanzia di completa rioccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori. In merito allo stabilimento di Atessa, anche se si registra una salita produttiva del Ducato, ci sono incertezze sul modello elettrico”.
Sul fronte di un nuovo costruttore, infine, “è giusto ricordare che siamo l’unico Paese nell’UE che ha un solo gruppo automobilistico per le politiche protezionistiche e di incentivi nei confronti di Fiat, poi Fca e ora Stellantis. Come Fiom-Cgil riteniamo che un nuovo costruttore europeo o extraeuropeo potrebbe garantire maggiore occupazione e volumi produttivi in Italia indispensabili per la filiera della componentistica oltre che per gli investimenti in ricerca e sviluppo. Gli incentivi all’acquisto, decisi dal Governo, sono certamente un elemento importante soprattutto nell’ambito della transizione all’elettrico, ma gli stessi devono essere condizionati alle garanzie produttive e occupazionali di Stellantis in Italia. Lo sciopero unitario di tutto il settore automotive a Torino si è reso necessario per avere risposte concrete da azienda e Istituzioni”.
e.m.