A Taranto questa mattina hanno scioperato i dipendenti delle aziende locali di appalto e indotto del siderurgico, circa 3000 lavoratori che da mesi non percepiscono lo stipendio perché l’Ilva non riesce a pagare le commesse alle aziende locali.
I sindacati confederali hanno guidato la protesta, che dal siderurgico ha attraversato le vie della città, anche per scongiurare la cassa integrazione straordinaria chiesta dalle aziende dell’indotto.
L’imponente corteo di lavoratori, al quale si è unito anche il sindaco di Taranto Ezio Stefàno, ha terminato il suo percorso al Palazzo del Governo, dove il prefetto Umberto Guidato ha ricevuto i segretari sindacali dei metalmeccanici e si è impegnato a sollecitare l`immediato intervento delle istituzioni centrali. Fim, Fiom e Uilm chiedono tutele per tutti i lavoratori del sistema degli appalti. Le imprese nei giorni scorsi hanno minacciato di mettere in libertà tutti i lavoratori ed interrompere lavori e forniture al siderurgico.
Solo due giorni fa, infatti, più di 200 titolari di imprese hanno manifestato davanti a Montecitorio, chiedendo al governo di intervenire per salvaguardare crediti per circa 200 milioni di euro che con l’amministrazione straordinaria rischiano di non essere pagati e finire nella massa passiva della bad company.
Il commissario Gnudi ed il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi hanno dato assicurazioni agli imprenditori tarantini che i crediti verranno garantiti e portati nella gestione della Newco, la nuova società che nascerà fra circa due mesi e prenderà in affitto la gestione del siderurgico per risanarne casse ed impianti sotto il profilo ambientale. Ma i tempi stringono e le banche hanno interrotto i fidi alle aziende locali.