“La Flaei ha sempre sostenuto il fatto che non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca. E’ vero che dentro alla Sogin ci sono dei problemi, che è attraversata da correnti e faziosità non presenti in altre aziende, ma è anche vero che al suo interno ci sono altissime eccellenze e che la narrazione dell’ennesimo carrozzone all’italiana non sempre coincide che il reale stato delle cose ed è anche pericolosa”.
La Sogin, alla quale fa riferimento il segretario generale degli elettrici della Cisl, Amedeo Testa, è la società pubblica nata nel 1999 con il compito di smantellare i rifiuti radioattivi e trovare un sito di stoccaggio dopo che nel 1987 gli italiani, con un referendum, avevano scelto di abbandonare l’energia prodotta dall’atomo. Questo lunedì, nella rubrica Dataroom curata per il Corriere della Sera da Milena Gabanelli, è uscito un articolo nel quale si parla della gestione poco virtuosa dell’azienda. Un articolo al quale Testa ha risposto con una lettera inviata al Corriere.
Al Diario del lavoro il numero uno della Flaei esprime la sua perplessità circa i toni e i contenuti presenti nel pezzo. Già il titolo, spiega, dove si dice che dalla Sogin, e quindi lo stato, visto che i soggetti vigilanti sono il ministero delle Finanze, quello dell’Ambiente e delle Sicurezza energetica e l’Arera, l’Autorità per l’energia, sono stati “rubati” dalla bolletta degli italiani 4,3 miliardi di euro, per Testa ha poco senso. “Inoltre -prosegue- non si capisce perché i vari commissari che si sono succeduti abbiano, più volte, riconfermato parte del management già presente. Questo come segno che non tutto dentro Sogin è da buttar via”. Sui ritardi nelle tempistiche, infine, secondo il sindacalista bisogna tener presente che davanti a cose così complesse non sempre queste vengono rispettate: “non solamente per incapacità o per inefficienza ma perché si tratta di date fissate con troppa leggerezza e ottimismo”.
“Noi della Flaei – conclude Testa- siamo convinti che il futuro mix energetico sul quale questo paese dovrà fare affidamento non può prescindere dal nucleare. La discussione si sta riaprendo e bisogna ripensare la scelta fatta nel 1987. In quest’ottica la Sogin può diventare un’azienda assolutamente strategica”.
Tommaso Nutarelli