Le forze di sicurezza turche sono intervenute oggi a Suruç (sud) per impedire il passaggio della frontiera siriana alla città curdo-siriana Kobane, il giorno dopo la vittoria annunciata dalle forze curde sui jihadisti dello Stato islamico (Isis).
Secondo un fotografo di Afp, la polizia ha utilizzato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni contro gruppi di persone che si sono avvicinati al confine, mentre diverse migliaia di manifestanti si sono radunate nei pressi del posto di frontiera Mursitpinar per celebrare la liberazione della città dopo oltre quattro mesi d’assedio.
Convocata dal Partito Democratico del Popolo (HDP, pro-curdo), la folla ha cantato slogan a favore delle YPG (Unita di Difesa del popolo curdo), principale milizia curda-siriana che ha difeso la città.
Nella mattinata, dieci deputati turchi sono riusciti a raggiungere la città devastata dove hanno incontrato le autorità locali, improvvisando una conferenza stampa diffusa attraverso i social media.
Nonostante la pressione dei suoi alleati, il governo islamico-conservatore della Turchia ha rifiutato di intervenire militarmente in favore delle forze curde che hanno difeso Kobane contro i jihadisti. Ankara non gradisce un rafforzamento dei curdi siriani, ritenuti troppo vicini ai separatisti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan turco(PKK), che guidano una ribellione dal 1984. Oggi dall’aereo che lo riportava in patria dopo un viaggio in Africa, il presidente turco Recep Taiyyp Erdogan, ha affermato che la Turchia non vuole che in Siria venga proclamata una regione autonoma curda come quella in Iraq.