L’elevato debito pubblico dell’Italia è in cima alla lista degli squilibri macroeconomici ravvisati dalla Commissione europea nel suo rapporto semestrale sui Paesi.
Secondo Bruxelles dovrebbe stabilizzarsi attorno al 130 per cento del Pil sul periodo 2017-2019. Sul breve periodo i rischi di rifinanziamento appaiono limitati, secondo un rapporto diffuso dall’Ue, grazie alle ampie liquidità presenti sul mercato e ai miglioramenti della posizione verso l’estero. Tuttavia “i rischi potrebbero emergere se l’attuale linea accomodante della politica monetaria dovesse invertirsi”.
Per questo motivo la Commissione europea apre anche all’ipotesi di concedere più tempo all’Italia, sulle misure richieste di correzione agli squilibri macroeconomici e dei conti, nell’ipotesi in cui si debba procedere alla formazione di un governo di interim. “Riconosciamo che un eventuale governo di interim potrebbe non avere la piena autorità di bilancio e in questi casi accettiamo documenti di no change scenario”, ha affermato il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, durante la conferenza stampa di presentazione dei rapporti sulle raccomandazioni specifiche per Paese nell’ambito del semestre europeo. Ma “non balzerei a questa conclusione – ha aggiunto – dobbiamo vedere come si chiude il processo di formazione del governo”.
“Ho sempre detto che non dobbiamo avere paura delle elezioni e non cambiato idea dopo questo voto – ha affermato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici -. In Italia c’è un quadro costituzionale molto chiaro. Sono certo che andare alla formazione di un governo stabile permetterà all’Italia di confermare il suo impegno europeo. Comunque – ha concluso – come spiega Dombrovskis terremo conto di tutto questo nei calendari”.
Più in generale, secondo il vicepresidente della Commissione “in Italia vediamo che la crescita si rafforza, è attesa stabile quest’anno ma resta sostanzialmente sotto la media Ue. Inoltre vediamo che il persistere dell’elevato livello di debito pubblico e la bassa produttività stanno frenando la crescita. Infine restano questioni sulle banche, anche se sono state affrontate, in particolare l’elevato stock di crediti deteriorati (Npl). Insomma – ha concluso Dombrovskis – ci sono ancora sfide da affrontare”.