Raffaele Minelli, segretario generale Spi-Cgil
Il XVI congresso del sindacato pensionati Cgil, si svolge nel pieno di uno scontro voluto dal Governo e dalla Confindustria. Negli stessi giorni del nostro dibattito, in molte regioni ci saranno gli scioperi generali con manifestazioni alle quali pensionate e pensionati parteciperanno in modo massiccio e convinto. Così come non mancherà la loro solidarietà allo sciopero generale del pubblico impiego del 15 febbraio.
Un’adesione convinta che deriva dalla consapevolezza della pericolosità del disegno perseguito dal centro-destra in campo sociale, già denunciata dai sindacati al momento della presentazione del programma elettorale della Casa delle libertà. Un programma che esplicitamente si ispirava all’idea di una libertà di mercato senza vincoli e di una riduzione massiccia della spesa pubblica e, quindi, dello Stato sociale. I primi mesi di vita dell’Esecutivo hanno dimostrato la volontà di perseguire quel disegno, accompagnata da una insofferenza crescente verso tutti coloro che vi si oppongono. Il Governo si è messo immediatamente al lavoro per demolire l’impianto riformatore avviato nella precedente legislatura in campo socio-assistenziale – grazie anche alle nostre pressioni – con la riforma dell’assistenza e della sanità. Si vara una Finanziaria e, prima ancora, la cosiddetta “manovra dei cento giorni” nettamente improntate a favore del sistema imprenditoriale e punitive rispetto ai redditi da lavoro e da pensione. Si teorizza la fine della concertazione e la si pratica con deleghe che in campo fiscale, del mercato del lavoro e della previdenza, esplicitano il modello di Stato sociale del berlusconismo. E’ un assetto che attacca frontalmente il principio d’uguaglianza e sposta verso il mercato assicurativo privato la copertura di rischi oggi garantiti dal pubblico. Contributi previdenziali più bassi per i nuovi assunti, tagli alle prestazioni sanitarie, congelamento della riforma dell’assistenza e riduzione dei trasferimenti agli enti locali, rappresentano le prime mosse. Nel frattempo si rinuncia al ruolo pubblico in campo sociale a favore dell’ampliamento dell’intervento basato sui trasferimenti economici. Le esperienze dei “buoni” scuola e degli assegni di cura avviate dal presidente della Regione Lombardia fanno da apristrada ad un indirizzo destinato ad abbandonare al suo destino chi più, invece, ha bisogno di sostegno. Ciò è quello che emerge nel campo della “non autosufficienza”. Nella scuola invece, la politica dei “buoni” serve esclusivamente a dirottare verso il settore privato risorse pubbliche aggirando di fatto un principio costituzionale ostativo. L’abilità della “compagnia di ventura” che ci governa, grazie all’impegno mediatico di cui dispone, è quella di sfruttare tendenze in atto nella società e gli istinti egoistici della natura umana a fini di parte. Si aumenta la pensione ad una parte di cittadini, ma lo si fa tagliando quella di tutti gli altri, svalorizzando le prestazioni di coloro che hanno contribuito con decenni di lavoro a sostenere il sistema pensionistico pubblico. Nel contempo, diminuendo le entrate agli enti previdenziali (non solo all’Inps, ma anche al settore pubblico, attraverso la riduzione dell’occupazione e il trasferimento all’esterno di attività) si preparano le condizioni per una nuova campagna contro la previdenza pubblica, funzionale esclusivamente agli affari delle compagnie di assicurazione.
Il ministro del Welfare sta dimostrando la sua scarsa affidabilità anche con le organizzazioni dei pensionati. Si era impegnato ad aprire un confronto sui temi delle pensioni e su quello della non autosufficienza: finora, non solo non ha rispettato l’impegno, ma ha continuato nei suoi interventi unilaterali. Perciò diviene sempre più stringente accompagnare la mobilitazione in atto tra gli attivi con iniziative specifiche dei pensionati. Un’esigenza che si impone per combattere il disegno strategico antisociale del Governo e per costringere al confronto i ministri competenti sulle materie toccate dalle nostre rivendicazioni.
Questi alcuni dei temi che sono stati al centro dei dibattiti nei congressi territoriali e che troveranno in quello nazionale, nei giorni 28, 29 e 30 a Rimini, la sede per le indicazioni operative, grazie anche al contributo di Sergio Cofferati che concluderà i lavori.