L’Upb, dopo aver validato le stime 2020 “ha validato, ne abbiamo dato comunicazione stamattina al ministero dell’Economia, anche la previsione macroeconomica programmatica per il 2021”, tra cui una crescita del Pil del 6%. Così il presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Nadef.
Pisauro ha ricordato che la previsione 2022-2023 “non è oggetto di validazione” ma ha aggiunto di confermare “gli elementi di perplessità già presenti in riferimento al quadro tendenziale” perché le stime “appaiono ottimistiche”
“Le argomentazioni a sostegno della plausibilità del quadro macroeconomico programmatico della Nadef, secondo l’Upb, “sono supportate: a) da previsioni sulla crescita nel 2021 del Pil reale e del Pil nominale (rispettivamente al 6 e al 6,8 per cento) nell`intorno del limite inferiore delle stime del panel; b) da valutazioni simili tra la Nadef e il panel Upb sull`impatto della manovra di bilancio nel 2021; c) da stime sostanzialmente condivise dai componenti del panel Upb (nonché dagli altri principali previsori) sull`accelerazione del Pil tra il 2020 e il 2021”.
Ora, se il quadro macro del 2021 “appare accettabile rispetto alle stime del panel Upb, quello del biennio successivo – che non è oggetto di validazione – conferma e amplifica gli elementi di perplessità già presenti in riferimento al quadro tendenziale. Le previsioni relative al biennio 2022-23, appaiono infatti ottimistiche; il QM programmatico indica una crescita del PIL reale più elevata di quella del limite superiore dei previsori UPB di 1,1 punti percentuali nel 2022 e per 0,3 punti nel 2023”, si sottolinea.
“Noi non sappiamo niente della composizione effettiva della spesa. Certo lascia pensare che ad esempio dei grens non tutti sarebbero destinati agli investimenti perché se fossero tutti destinati agli investimenti il moltiplicatore del Pil sarebbe molto più ampio”. Ha precisato Pisauro
“Ideale – ha puntualizzato – sarebbe destinare tutte le risorse aggiuntive agli investimenti ma” ciò “si scontra con le capacità di spesa che anche nelle ipotesi più ottimistiche non lo consentirebbe e su questo bisognerà vedere i piani dettagliati e se i piani dettagliati saranno in grado di convincere che questa volta è diverso, e che saremo in grado di spendere”.
“Al momento non si prefigurano nuovi lockdown generalizzati, ma se si rendessero necessarie restrizioni mirate alle attività produttive e agli spostamenti, ne deriverebbero comunque conseguenze non trascurabili sia sul ciclo economico sia sulla struttura produttiva, già colpita dalla passata recessione”.
TN