Rendere effettiva e sostanziale la contrattazione di secondo livello e difendere il valore delle persone e la qualità dei servizi della pubblica amministrazione. Questi i motivi principali per cui la Uil venerdì 28 ottobre sciopererà nel settore pubblico e scenderà in piazza a Roma. Il segretario generale Luigi Angeletti, nel corso di una conferenza stampa di lancio dell’iniziativa, ha sintetizzato i contenuti sui quali si baserà la protesta che intende innanzitutto portare in piazza proposte valide per modificare lo stato di cose che da anni indebolisce il valore della pubblica amministrazione, affinché ci sia un effettivo contributo alla crescita dell’economia del paese. Angeletti ha ribadito la richiesta dei quattro sindacati del pubblico impiego della Uil (ministeri, enti locali e sanità, scuola e ricerca) di rendere possibile la contrattazione integrativa nel settore, “unica soluzione possibile di cambiamento e innovazione” in questo momento di crisi, dal momento che, a suo avviso, la strada dello sblocco della contrattazione nazionale non sarebbe praticabile.
Il sindacalista ha ripercorso la storia del settore di questi ultimi anni, dalla riforma Brunetta, che la Uil contesta soprattutto per non aver risolto il problema dell’inefficienza ma addirittura di averlo incrementato, alla campagna del ministro contro i pubblici dipendenti bollati “fannulloni” e dichiarati troppi e troppo costosi, dal blocco della contrattazione nazionale all’accordo sui salari che ha, a suo giudizio, garantito le tutele base ai dipendenti pubblici.
Ma, ha sottolineato Angeletti, “non è questione di cosa sia successo nel 2010 o nel 2011, ma di come funzionerà il settore nei prossimi anni. Se sparisce la pubblica amministrazione, sparisce l’Italia” e questo sarà un danno non solo per i lavoratori ma anche per tutti i cittadini che usufruiscono dei servizi pubblici, che ogni giorno che passa diventano sempre più costosi e di minore qualità.
“Vogliamo vincere sul consenso”, ha detto il leder della Uil, perché “stiamo difendendo i diritti dei lavoratori, ma anche dei cittadini”, perché “le nostre ragioni sono le ragioni del paese”. E per questo la Uil ritiene che la manifestazione, che si terrà nelle due piazze romane Santi Apostoli e piazza della Pilotta, sarà partecipata: “Saremo più di 20 mila in piazza, ma noi non moltiplichiamo per dieci”, ha sottolineato il sindacalista, criticando i ‘cugini’ delle altre sigle sindacali che “si fidano troppo delle capacità taumaturgiche dei diversi schieramenti politici”. “La realtà è un’altra, ha ribadito Angeletti riferendosi alla politica: l’unica cosa a cambiare nel corso degli anni è stata la qualità della clientela”.
E’ la prima volta che la Uil proclama ed effettua uno sciopero nazionale di settore da sola. A chi gli chiedeva il perché di questa scelta senza la Cisl, Angeletti ha risposto che il motivo è che il sindacato di Bonanni ha sempre sostenuto che in momenti di crisi non si sciopera. Idea tendenzialmente valida per Angeltti ma che non può essere applicata al settore del pubblico impiego, che ha visto nei mesi il succedersi di molti incontri senza però trovare soluzioni. Per questo il sindacato di via Lucullo ha deciso di dire “basta” e di portare in piazza le sue proposte. L’obiettivo è quello di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle problematiche della pubblica amministrazione, sui danni che i tagli della manovra finanziaria procureranno ai servizi offerti ai cittadini, alla scuola, alla ricerca, al bene comune e alla valorizzazione del lavoro pubblico.
Francesca Romana Nesci