“Oggi siamo intervenuti all’audizione della Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati sulle prospettive di realizzazione del piano industriale di rilancio dello stabilimento Arvedi Acciai Speciali Terni (Ast).
L’azienda recentemente ha aperto il problema del costo dell’energia con la motivazione della ‘contrazione di mercato’ per i maggiori costi energetici aprendo una settimana di cassa integrazione ordinaria per fermare una linea dell’area a caldo per circa 200 persone dal 26 al 30 settembre 2024. Successivamente la cassa integrazione è stata ritirata per l’efficacia delle iniziative sindacali. La motivazione degli ammortizzatori sociali comunque assume una rilevanza nazionale per un possibile ridimensionamento degli investimenti. Si tratta di investimenti assolutamente necessari per mantenere gli impianti all’avanguardia e per dare avvio alla decarbonizzazione, nonché per dare una prospettiva certa agli attuali livelli occupazionali e all’indotto.
Nel prossimo incontro al Mimit ribadiremo che la città di Terni e l’Italia non possono permettersi di rinunciare al rilancio dello stabilimento Arvedi Ast. La mancata definizione di un accordo di programma anche discusso con i sindacati e l’assenza di investimenti comprometterebbero la tenuta complessiva della siderurgia italiana e di un territorio in forte declino industriale”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e e Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom-Cgil di Terni