Sul fisco la manovra “avrebbe dovuto essere molto diversa, su questo il governo ci ha molto deluso”. Lo ha dichiarato il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, nel corso del suo intervento all’assemblea generale dell’associazione.
“Prendete la proposta di Assolombarda di revisione organica del fisco italiano – ha detto Bonomi rivolgendosi ai partiti di maggioranza – e traducetela in atti concreti”. Limitarsi ad innalzare a 65mila euro la franchigia per l’aliquota del 15% sui redditi da microimprese per partite Iva e professionisti “accresce solo ulteriormente l’enorme disorganicità del nostro sistema tributario. Noi proponiamo interventi finalizzati innanzitutto a favorire l’attrattività verso l’Italia di investimenti, a esercitare una energica spinta all’autofinanziamento per ripatrimonializzare le imprese, e a favorire gli investimenti di lungo periodo”. Solo a titolo esemplificativo in materia di reddito d’impresa, ha spiegato Bonomi, “differenziare l’attuale aliquota Ires abbattendola dal 24% al 17% sulla produzione di reddito, e aggiungendovi un eventuale 7% sulla distribuzione di dividendi: premiando così l’investimento di risorse proprie. E abbattendo la quota residua di Irap ancora vigente”. E sull’Irpef: “portare da 5 a 2 le aliquote con una più ampia no tax area, ma facendolo in più anni con coperture precise”.
“Quanto alla lotta all’evasione – ha proseguito Bonomi – siamo pronti alla sfida di far partire dal prossimo anno la fatturazione elettronica obbligatoria tra privati. Ma poiché con la fatturazione elettronica obbligatoria lo Stato otterrà ogni singolo dato in tempo reale a fini di abbattere elusione ed evasione Iva, a questo punto tutte le altre misure precedentemente assunte allo stesso fine devono venir meno: le comunicazioni trimestrali o semestrali obbligatorie, lo split payment, la reverse charge. Non possiamo continuare – ha concluso il presidente di Assolombarda – a usare le imprese in regola come bancomat di Stato, visto che i crediti Iva maturati ci vengono riconosciuti dopo anni”.