La Commissione ha adottato una relazione ed una serie di proposte volte ad incrementare il tasso di partecipazione al mercato del lavoro nell’UE. Secondo la relazione l’UE deve creare 20 milioni di nuovi posti di lavoro, di cui 11-12 milioni destinati alle donne e 5 milioni riservati ai lavoratori anziani, per conseguire entro il 2010 gli obiettivi fissati dai Consigli di Lisbona e di Stoccolma in tema di occupazione. La relazione si concentra inoltre sulle risposte strategiche necessarie per il conseguimento di tali risultati: maggiori risorse pubbliche destinate alla formazione dei lavoratori, una revisione mirata dei regimi fiscali e previdenziali, maggiori interventi per risolvere le disparità salariali tra i sessi ed un riesame delle misure intese a ridurre i tassi di abbandono degli studi. La relazione, che intende essere un contributo congiunto del Consiglio e della Commissione, verrà ora presentata al vertice di Barcellona.
Il Presidente Prodi ha dichiarato: “Occorre rapidamente rafforzare l’azione degli Stati membri al fine di liberare le potenzialità dei mercati del lavoro dell’UE in modo da poter raggiungere entro il 2010 l’obiettivo convenuto della piena occupazione. Ciò è essenziale anche perché buoni risultati sul piano occupazionale si traducono in progressi sul fronte dell’integrazione sociale, delle riforme dei sistemi pensionistici ed in un’ulteriore riduzione dei disavanzi di bilancio nell’UE, temi questi prioritari nell’ambito della strategia di Lisbona”.
Il commissario al Lavoro Anna Diamantopoulou ha affermato: “Un rallentamento dell’economia non deve comportare un rallentamento delle politiche. La strategia dell’UE per l’occupazione ha finora funzionato bene, ma non possiamo permetterci di riposare sugli allori. Per conseguire entro il 2010 gli obiettivi concordati in tema di occupazione, dobbiamo proseguire ed accelerare le riforme del mercato del lavoro”.
Azioni proposte
Per conseguire gli obiettivi fissati a Lisbona e Stoccolma in tema di occupazione (tasso di occupazione complessivo del 70%, del 60% per le donne e del 50% per i lavoratori anziani) è necessario che tutti gli Stati membri si impegnino in maniera incisiva, anche se in diversa misura. Le misure politiche da adottare devono rivolgersi a tutte le categorie di età della popolazione attiva, a motivo anche del cambiamento della composizione della forza lavoro come conseguenza dell’invecchiamento demografico. I progressi realizzati finora nel quadro della strategia dell’UE in tema di occupazione forniscono agli Stati membri una base utile per attuare politiche che sollecitino la partecipazione al mercato del lavoro e che siano in grado di migliorare le competenze professionali della manodopera. Si dovranno sfruttare i momenti di stasi congiunturale per preparare la manodopera alla successiva ripresa.
L’approccio indicato e le azioni proposte vengono di seguito descritti.
Sviluppo di un approccio globale
La relazione propone un approccio globale, dinamico ed equilibrato finalizzato ad accrescere il tasso di attività e prolungare la vita attiva. Le misure politiche da adottare dovrebbero prendere in considerazione tutti i principali fattori che determinano il tasso di attività ed affrontare i problemi lungo l’intero arco della vita attraverso misure preventive volte in particolare a mantenere l’attuale tendenza relativa alla presenza delle donne ed a modificare profondamente il comportamento del mercato del lavoro in relazione ai lavoratori anziani. In questo quadro una politica efficace per aumentare il tasso di attività e per prolungare la permanenza dei lavoratori anziani sul mercato del lavoro non dovrebbe comprendere soltanto incentivi finanziari ma anche misure che contemplino il lavoro come una scelta reale per tutti, accessibile soprattutto attraverso un perfezionamento delle competenze professionali. Maggiore attenzione dovrebbe essere prestata al soddisfacimento dei bisogni delle persone handicappate e dei lavoratori migranti non appartenenti all’UE, ovvero soggetti che incontrano particolari difficoltà nella ricerca di un impiego e nell’accedere al mercato del lavoro.
Azioni prioritarie
– Un’iniziativa congiunta governo/parti sociali per prolungare la vita attiva dei lavoratori. Tale iniziativa deve concentrarsi in particolare sull’accesso alla formazione nell’impresa e sui mezzi per migliorare la qualità delle condizioni di lavoro e dell’organizzazione del lavoro. In relazione a questa priorità il ruolo e l’impegno attivo delle parti sociali devono essere notevolmente rafforzati.
– Una revisione mirata dei regimi fiscali e previdenziali. Tali riforme devono essere impostate più efficacemente in modo da promuovere gli incentivi al lavoro che favoriscono mercati del lavoro attivi. Si dovranno prioritariamente rivedere, in vista di una loro soppressione, le misure intese a promuovere il prepensionamento; si dovrà al contrario consentire ai lavoratori con esperienza di prolungare la loro permanenza sul mercato del lavoro, fornendo incentivi in tal senso, tra l’altro mediante corsi di aggiornamento che consentano loro di adeguarsi alle nuove condizioni dell’ambiente di lavoro.
– Un approccio globale più completo per risolvere le disparità tra i sessi a livello di retribuzione e di accesso al mercato del lavoro. Questa iniziativa è finalizzata a ridurre le disparità esistenti a livello di retribuzione tra uomini e donne sia nel settore pubblico sia in quello privato, attraverso i seguenti interventi: un’analisi dei vincoli che i sistemi di istruzione, le pratiche di assunzione e le culture d’impresa esistenti esercitano sulle scelte di un’occupazione, nonché una revisione dei sistemi di classificazione delle professioni e della composizione dei salari al fine di eliminare le disparità dovute al sesso.
– Un sostegno alla presenza sul mercato del lavoro di coloro su cui grava l’onere degli impegni familiari. A tale proposito l’iniziativa intende innanzitutto realizzare servizi di accoglienza per l’infanzia che siano di qualità e non costosi, nonché rafforzare l’efficacia delle strutture sanitarie e di quelle di accoglienza delle persone anziane.
– Un riesame delle misure intese a ridurre i tassi di abbandono degli studi. Tale iniziativa prevede prioritariamente l’elaborazione di misure più efficaci in grado di aiutare gli studenti che abbandonano anticipatamente la scuola a reinserirsi in una struttura di formazione e di istruzione formale e/o non formale.
La relazione sostiene infine che sarà possibile sostenere con maggior decisione la sfida dell’incremento del tasso di attività facendo affidamento sulle strategie attuali, applicate nel quadro degli orientamenti per l’occupazione e degli orientamenti di massima delle politiche economiche dell’UE. Nell’elaborare i futuri orientamenti dovrà essere considerato costantemente prioritario l’obiettivo della crescita del tasso d’attività. Il seguito di questo programma di azione richiederà radicali cambiamenti nell’atteggiamento delle imprese e dei sistemi formativi nei confronti delle disparità tra i sessi, dei lavoratori anziani, nonché di qualsivoglia altro gruppo svantaggiato. Tale cambiamento di atteggiamenti impone la mobilitazione dell’intera società a partire dalle massime autorità politiche, secondo le linee tracciate dai Consigli europei di Lisbona e di Stoccolma.
Fattori chiave che determinano la partecipazione al mercato del lavoro
L’Unione europea dispone di una considerevole offerta di mano d’opera potenziale. 11 dei 77 milioni di persone che attualmente non svolgono un’attività remunerata sarebbero disposti ad iniziare subito un’attività lavorativa. I principali fattori che influenzano la partecipazione al mercato dei lavoro sono di seguito elencati.
– Disponibilità di posti di lavoro e loro capacità di attrazione: l’offerta di impieghi adeguati costituisce, soprattutto tra i giovani e le donne, il principale fattore di stimolo ad accedere al mercato del lavoro o ad esservi reintegrati. Il livello della risposta dipenderà dalla qualità di tali impieghi.
– Dosaggio degli incentivi finanziari: la partecipazione al mercato del lavoro dipende fondamentalmente dalle condizioni economiche del singolo e dalle alternative esistenti. In altre parole è essenziale valutare il reddito da lavoro in rapporto alle alternative disponibili (considerandone anche i relativi costi), tra cui in particolare gli incentivi legati all’interazione tra regimi fiscali e previdenziali e livelli salariali.
– Istruzione e formazione: per un miglioramento delle competenze occorre che le politiche si concentrino, più di quanto non avvenga oggi, sull’investimento nelle risorse umane e su una maggiore partecipazione alla formazione e all’istruzione lungo tutto l’arco della vita. Per tenere il passo con le evoluzioni tecnologiche, la globalizzazione e le nuove pratiche commerciali, si deve prestare particolare attenzione alla formazione sul luogo di lavoro.
– Un ambiente favorevole: la decisione relativa alla partecipazione al mercato del lavoro può essere condizionata dalla disponibilità e dall’accessibilità dei servizi per l’infanzia, dei servizi di consulenza professionale (in particolare attraverso i servizi pubblici dell’occupazione) nonché dei servizi di trasporto a livello locale e rurale.
Contesto: principali tendenze relative alla partecipazione alla forza lavoro
– La partecipazione complessiva alla forza lavoro (gruppo di età tra 15 e 64 anni) è cresciuta dalla metà degli anni ’80, quando non raggiungeva neppure il 66%, fino ad attestarsi nel 2000 sul 69%. (NB: le espressioni “tasso di partecipazione” o “tasso di attività” indicano gli occupati più i disoccupati iscritti come persone in cerca di occupazione. Essi rappresentano in un certo senso un “serbatoio occupazionale a breve termine). Questo quadro generale maschera tendenze assai diverse a seconda dell’età e del sesso della forza di lavoro, nonché disparità tra Stati membri e regioni. Ad esempio dal 1970 il tasso di partecipazione delle donne è aumentato nettamente mentre è diminuito quello dei maschi di ogni età.
– Dal 1970 si è considerevolmente ridotto il tasso di partecipazione dei lavoratori anziani di entrambi i sessi, di età compresa tra 55 e 64 anni, che si è attestato su livelli molto bassi negli ultimi anni. I tassi di attività degli uomini sono molto più bassi rispetto ai livelli del 1970.
– Il tasso di partecipazione per le persone di età compresa tra 25 e 49 anni è stato superiore all’80% nel 2000. È in questo gruppo di età che si rileva, senza cambiamenti dal 1995, il più alto tasso di partecipazione maschile, mentre dal 1995 è in aumento il tasso di attività femminile in tutti i gruppi di età.
Contesto: la strategia di Lisbona
– La relazione è stata redatta su richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma come relazione congiunta della Commissione e del Consiglio, da presentare al vertice di primavera di Barcellona. La relazione affronta il tema della partecipazione al mercato del lavoro con un approccio che guarda all’intero arco della vita, al fine di individuare le tendenze di fondo ed elaborare migliori risposte strategiche in grado di influire su tali tendenze.
– I Consigli europei di Lisbona e Stoccolma hanno fissato obiettivi ambiziosi in modo che il tasso di occupazione salga entro il 2010 al 70% per la popolazione attiva in generale, ad almeno il 60% per le donne e al 50% per i lavoratori anziani. Il raggiungimento di tali obiettivi richiede un miglioramento del funzionamento dei mercati dei capitali, dei beni e del lavoro in un contesto macroeconomico che favorisca lo sviluppo sostenibile. Il prolungamento della vita attiva produrrà inoltre un notevole impatto positivo sulla sostenibilità finanziaria dei regimi previdenziali e dei sistemi sanitari. Gli investimenti in termini di capitale umano e formazione permanente costituiscono strumenti essenziali della strategia di Lisbona.
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