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Bayer, a Filago un accordo per ricollocare i 46 addetti

Tommaso Nutarelli
Luglio16/ 2021

“Nei momenti difficili emerge ancora di più il valore del confronto. Abbiamo, fin da subito, usato la massima trasparenza con i lavoratori e i sindacati sulla situazione dello stabilimento, consapevoli che tutto questo avrebbe creato una fase destabilizzante. Ci siamo mossi d’anticipo, consapevoli della responsabilità sociale che abbiamo nei confronti dei nostri addetti e del territorio”. Maria Luisa Sartore, responsabile delle relazioni industriale alla Bayer fa il punto sulla situazione dei 46 lavoratori di Filago, il sito nella bergamasca destinato alla chiusura.

“La nostra – spiega Sartore – non è assolutamente una realtà in crisi, non abbiamo mai gravato sul bilancio pubblico ricorrendo agli ammortizzatori sociali, e la scelta di chiudere Filago è stata una decisione strategicamente necessaria, anche se non piacevole. Nel sito, infatti, vengono realizzati prodotti chimici per l’agricoltura i quali, tuttavia, erano sempre meno appetibili sul mercato. Negli ultimi anni abbiamo fatto importanti investimenti per una riconversione verso il biologico, molto più vicino alla produzione farmaceutica in senso stretto. Ma anche questa mossa non ha portato i frutti sperati”.

Dunque stabilimento chiuso e tutti a casa? Assolutamente no. Azienda e parti sociali, attraverso un percorso virtuoso e serrato nel mese di maggio, sono arrivati alla sottoscrizione di un accordo per la ricollocazione dei 46 addetti. Le direttrici principali che guidano il documento sono, da una parte, l’attivazione di processi di formazione e riqualificazione professionali, per eliminare gli eventuali deficit e rendere nuovamente appetibili e occupabili i lavoratori e, dall’altra, l’attivazione di un network da parte della Bayer per trovare una nuova occupazione in aziende terze, attraverso il contributo della Confindustria di Bergamo. Al momento sono 16 le aziende interessate ad assumere i lavoratori in uscita, per un totale di 20 posti. Altre due soluzioni riguardano la possibilità di rimanere all’interno del gruppo Bayer, con il trasferimento nel sito di Garbagnate, a 53 chilometri da Filago, con i costi coperti in parte dall’azienda, e una serie di aiuti per promuovere l’auto imprenditorialità. Inoltre, per chi da qui a tre anni maturerà l’età per la quiescenza, sono previsti incentivi pari al valore cumulato delle mensilità che separano il lavoratore dal pensionamento. Per tutti gli altri, sul piatto vengono messi incentivi all’esodo proporzionali all’anzianità anagrafica e aziendale.

“Il territorio di Bergamo – afferma Sartore – benché economicamente molto attivo e dinamico, è stato duramente colpito dall’emergenza sanitaria, e il nostro impegno per trovare un finale felice allo stabilimento di Filago è stato massimo. Una volta attivato questo network con le altre aziende, molte di queste si sono fatte avanti autonomamente per ricercare determinate professionalità, a testimoniare il valore e l’importanza che alla Bayer abbiamo sempre riservato alla formazione. Inoltre per tutte le imprese che, entro dicembre 2022, metteranno a disposizione posti di lavoro a tempo indeterminato saranno aiutate, per un anno, dalla Bayer, che si farà carico del 50% della retribuzione. Un punto che sicuramente può essere attrattivo per le realtà più piccole. Sappiamo che non sarà un percorso semplice e immediato, che non procederà per tutti allo stesso modo. Per i nostri dipendenti abbiamo messo a disposizione una società di consulenza per scrivere il curriculum vitae. Abbiamo inoltre notato come, tra chi ha più di quarant’anni, ci sia il desiderio nel trovare, il prima possibile, un nuovo posto di lavoro, forse per timore che le opportunità possano essere sempre di meno. Invece, tra i più giovani, c’è maggior interesse nel ricevere gli incentivi, sapendo che potranno rioccuparsi in autonomia”.

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.

Redattore de Il diario del lavoro.