Secondo quanto afferma la Banca centrale europea, il recente aumento dell’inflazione va imputato ai rialzi dei prezzi sull’energia, aggiungendo che le pressioni di fondo restano contenute”. Il messaggio viene ribadito anche nel bollettino economico, in cui tuttavia non viene presa in considerazione la nuova impennata mostrata del caro vita a gennaio (all’1,8 per cento l’inflazione si è molto avvicinata all’obiettivo nominale della stessa Bce).
Le considerazioni partono dai dati fino a dicembre, quando il caro vita aveva raggiunto l’1,1 per cento. “Il Consiglio direttivo – si legge – continuerà a guardare oltre le variazioni dell’inflazione qualora siano valutate temporanee e senza implicazioni per le prospettive per la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Il recente andamento riflette soprattutto un forte incremento sui dodici mesi della componente relativa ai beni energetici, mentre non vi sono ancora segnali convincenti di una tendenza al rialzo dell’inflazione di fondo.
“In prospettiva – afferma la Bce – sulla base delle quotazioni correnti dei contratti future sul petrolio, è probabile che l’inflazione complessiva aumenti ulteriormente nel breve periodo, riflettendo in gran parte movimenti del tasso di variazione sui dodici mesi dei prezzi dell’energia.
Tuttavia, le misure dell’inflazione di fondo dovrebbero mostrare un incremento più graduale nel medio termine, sostenute dalle misure di politica monetaria”.
Inoltre, la Bce guarda alla ripresa in ottica positiva, prevedendone un ulteriore consolidamento. La In particolare, le misure di politica monetaria stanno sostenendo la domanda interna e favorendo il processo di ridimensionamento dell’indebitamento in atto. “Le condizioni finanziarie molto favorevoli e i miglioramenti della redditività delle imprese seguitano a promuovere la ripresa degli investimenti”.
“Inoltre – si legge sul bollettino economico – i sostenuti incrementi dell’occupazione, legati anche alle passate riforme strutturali, forniscono sostegno ai consumi privati aumentando il reddito disponibile reale delle famiglie. Al contempo, vi sono segnali di una ripresa globale più forte”.
Ma al tempo stesso, la Bce avverte come sia “probabile che i restanti aggiustamenti di bilancio in diversi settori e la lenta attuazione delle riforme strutturali possano frenare la crescita economica nell’area euro. I rischi per le prospettive di crescita nell’area restano orientati al ribasso – conclude la Bce – e sono connessi prevalentemente ai fattori globali”.