Nel day after delle polemiche sulle presunte ambizioni politiche di Maurizio Landini, Susanna Camusso, non si sbilancia. A chi le chiede come sia andato, ieri, il faccia a faccia col leader della Fiom, risponde: “Abbiamo avuto una riunione in cui abbiamo confermato l’impostazione sindacale sul Jobs act e la necessità di rilanciare i temi dell’occupazione, degli ammortizzatori sociali e del contrasto a leggi sbagliate”. Dunque, perfetto accordo tra le posizioni? Apparentemente, si. E tuttavia, rispetto all’ipotesi di creare una coalizione sociale piu’ ampia del sindacato, come ipotizzato da Landini, la segretaria della Cgil replica: “Noi dobbiamo fare il nostro lavoro, e il nostro lavoro e’ la rappresentanza dei lavoratori”. Per Camusso, tuttavia, “ci sono temi sui quali è bene fare iniziative più larghe possibili”.
Camusso sembra concordare anche sul “rischio democratico”, lanciato ancora da Landini: “È indubbio –afferma- che c’è una torsione rispetto al rapporto con il Parlamento. L’idea che il potere legislativo è nel governo e non nel Parlamento è distante dal dettato costituzionale, e il fatto di non avere ascoltato il parere delle Commissioni parlamentari sui licenziamenti collettivi rappresenta “un vulnus”. Peraltro, mesi fa, era stata la stessa leader Cgil a parlare per prima di ‘’torsione democratica’’, riferendosi proprio al “decisionismo” renziano.
Quanto a Landini, oggi, in una intervista a Repubblica, ribadisce che non ha intenzione di traslocare in politica: “Io voglio continuare a fare il sindacalista. Ma dico anche che, per la prima volta nella nostra storia democratica, non c`è una rappresentanza politica del lavoro. È in atto un attacco al ruolo, anche politico, che il sindacato generale ha sempre svolto in Italia. Non posso non pormi il problema di contrastare questo processo”. Il leader Fiom precisa poi il concetto di ‘’coalizione sociale’’, lanciato nell’intervista di domenica al Fatto quotidiano e dal quale e’ scaturito l’equivoco: “ non e’ il primo passo per fondare un partito”, spiega, ma piuttosto l’intenzione di ‘’mettere assieme chi agisce nel sociale con al centro la questione del lavoro”. Una coalizione dove trovino spazio organizzazioni come Libera o Emergency, o come tutti coloro che ‘’possono contribuire a dare rappresentanza al lavoro’’. Infine, a chi accusa il sindacato di ‘’fare politica’’, replica: “Il sindacato italiano ha sempre fatto politica. Ha sempre espresso una sua visione, non è mai stato un sindacato di mestiere”. Meno chiaro sul suo futuro: a chi gli domanda se e’ ipotizzabile una sua candidatura nel 2018, una volta scaduto il suo mandato alla Fiom, Landini replica: “Alla fine del mio mandato sarò a disposizione della Cgil. Cosa farò lo decideranno i gruppi dirigenti e soprattutto gli iscritti”. Il che non eslcude nulla: la politica, certo, ma anche una candidatura per il vertice di Corso Italia, che Camusso lascerà appunto nel 2018.
N.P.