Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, a maggio sono 6,7 milioni i dipendenti in attesa di rinnovo, 2,9 mln nel pubblico. Una quota pari al 52,3%. Per il Codacons è “una vergogna”. Inoltre, dice l’associazione dei consumatori, “è evidente che fino a che ai lavoratori non sono dati i soldi dovuti, fino a che gli stipendi non sono adeguati al costo della vita, i consumi non potranno che continuare a precipitare. Tanto più se lo Stato continua ad indicizzare tutto il resto, dall’acqua ai rifiuti, dai trasporti locali alle autostrade, dalle multe al canone Rai, salvo gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni sopra 1400 euro lorde”.
“Il fatto che a maggio le retribuzioni siano salite, per una volta, più dell’inflazione, è insignificante, visto che è dal 2002 che continuano ininterrottamente a perdere potere d’acquisto”, prosegue il Codacons, aggiungendo che “bisogna prendere atto che la fine della scala mobile anche all’inflazione programmata è stata un vero e proprio fallimento, dato che il primo a non rinnovare i contratti è lo Stato stesso”.
Per questo l’associazione di consumatori fa due proposte al Governo Letta: la reintroduzione della scala mobile all’inflazione programmata (anche per i dipendenti pubblici e tutti i pensionati) ed il blocco, almeno fino al 2015, di tutte le tariffe e gli aumenti previsti, dall’Iva alla Tares.