“Non sorprende l’interruzione a dicembre del processo di graduale recupero dei livelli occupazionali iniziato in estate. Le restrizioni allo svolgimento di molte attività e la conseguente caduta produttiva hanno pienamente manifestato gli effetti sul mercato del lavoro in un mese in cui l’avvio della stagione invernale e le festività di fine anno generano occasioni per i lavoratori stagionali”. Questo il commento dell’Ufficio studi di Confcommercio ai dati sugli occupati e i disoccupati a dicembre diffusi oggi dall’Istat.
Si sono persi “la metà dei posti di lavoro creati tra luglio e novembre e il valore assoluto della riduzione (101mila unità), se si prescinde da marzo e aprile 2020, è il più grave da gennaio 2013”.
Inoltre, il calo interessa “tutti i segmenti dell’occupazione e quest’evidenza indica una debolezza da non sottovalutare per formulare previsioni attendibili sulla crescita del 2021, a oggi ancora ottimistiche nei documenti del Governo”.
Guardando all’intero 2020, oltre alla contrazione del numero di dipendenti a termine (-365mila unità) e dei lavoratori autonomi (-162mila), colpisce la fuga verso l’inattività (+539mila persone tra i 15 ed i 64 anni), determinata per quasi il 76% da persone tra i 15 ed i 49 anni (51% se ci si concentra sul segmento 25-49 anni, il più orientato al lavoro).