“Anche l’Ocse rileva che un Italia esiste una rete di sicurezza sociale `frammentata`. Se il nuovo paradigma proposto dal Jobs Act è quello di abbassare le tutele in caso di licenziamento dei nuovi assunti aumentando la protezione in caso di disoccupazione, la nuova Aspi dovrà garantire tutele strutturali e più estese delle attuali”. Lo ha dichiarato in una nota Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera.
“Per raggiungere questo obiettivo – ha aggiunto – le risorse stanziate non sono sufficienti e si corre il rischio di avere un provvedimento sbilanciato. Infine, il terzo lato del triangolo della riforma è quello del `disboscamento` delle forme di assunzione precarie. Dice oggi Maurizio Ferrara sul Corriere della Sera – ha proseguito Damiano – che `i dipendenti precari sono stati relegati su binari secondari, spesso utilizzati come risorsa usa e getta. Non è un caso che i lavoratori italiani si sentano molto meno impegnati nell’organizzazione aziendale rispetto ai loro colleghi Ue`”.
“Condividiamo, perché qui sta il punto: completare la riforma del Jobs Act significa anche cancellare le forme di lavoro precarie.
Le resistenze della destra su questi punti non sono altro che una nostalgia conservatrice nei confronti di un modello fallimentare che ha prodotto, per i giovani, il più alto indice di disoccupazione e di insicurezza”, ha concluso Damiano.