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Draghi, puntare su una crescita equa e sostenibile purché sia crescita

Tommaso Nutarelli
Ottobre29/ 2021

È un Mario Draghi soddisfatto quello che si presenta in conferenza stampa dopo che il consiglio dei ministri ha approvato, nel tardo pomeriggio di ieri, il testo della legge di Bilancio per il 2022. Un’approvazione, come ha detto lo stesso premier, sancita da un applauso di tutti i ministri, quasi a voler rinsaldare la coesione di una maggioranza attraversata da anime e sensibilità diverse, dopo che gli applausi di mercoledì scorso in Senato per lo stop al disegno di legge Zan contro l’omo-transfobia avevano segnato una divisione tra centro destra e centro sinistra.

La ricetta del premier Draghi, tanto semplice quanto di difficile attuazione per il nostro paese, è quella della crescita, con il Pil ben oltre il 6% nel 2021. Una manovra dunque espansiva, in linea con gli indirizzi che guidano l’azione dell’esecutivo e il Pnrr, che getta le basi di una crescita che sia inclusiva, sostenibile ed equa ma che sia crescita, dovrà essere alimentata nel tempo, e della quale, precisa il presidente del consiglio, dovranno farsene carico le italiane e gli italiani.

Spazio dunque agli investimenti “89 miliardi dal 2022 al 2036 ma se si considera tutto – ha precisato Draghi – abbiamo il Pnrr, i fondi già stanziati e i fondi della legge di bilancio, il tutto porta a 540 miliardi di investimenti nei prossimi 15 anni, per infrastrutture, per colmare il divario Nord-Sud, la transizione digitale ed ecologica”. Per stimolare la crescita il governo ha deciso di mettere sul piatto 12 miliardi per il taglio delle tasse, e la proroga del superbonus al 110% fino al 2023, poi la detrazione si ridurrà progressivamente e sarà del 70% per quelle sostenute nell’anno 2024 e del 65% per quelle sostenute nell`anno 2025.

Tra i punti più caldi della manovra ci sono le pensioni. L’intenzione del governo è quella di ritornare in pieno al contributivo, che come ha precisato il premier Draghi deve essere visto come un contenitore nel quale molte cose devono trovare un aggiustamento, con Quota 102 che sarà una misura tampone solo per il 2022. Sulla possibilità che i sindacati indicano uno sciopero generale, dopo le frizioni avute con il governo nei giorni scorsi, Draghi non se lo aspetta, vista l’apertura dell’esecutivo al dialogo, ma chiosa questa è una loro decisione.

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.

Redattore de Il diario del lavoro.