Federagenti Cisal diffida l’Enasarco per sospetta violazione della privacy degli iscritti. Il ministero del Lavoro “chiederà spiegazioni all`Enasarco in merito alla legittimità della delibera con cui il cda dell’Ente avrebbe previsto di fornire l’indirizzo di Posta Elettronica Certificata di ogni iscritto, salvo diversa indicazione del titolare, a tutte le liste in corsa per le prossime elezioni di aprile. Liste sostenute, in alcuni casi, da membri dello stesso cda”. Questa, in sintesi, la risposta all’interrogazione a risposta immediata presentata ieri da Di Stefano, deputato di Forza Italia.
“Condivido le perplessità di Federagenti Cisal sulla procedura adottata, che rischia di creare un pericoloso precedente per altre elezioni di categoria o di ordini professionali”, ha sostenuto Laura Allegrini, uno dei fondatori di Azione Nazionale, che si è fatta carico di sensibilizzare il governo in materia.
“Auspico quindi, continua, che il ministero approfondisca celermente i termini della questione, magari dopo aver acquisito il parere del Garante per la Privacy”.
Federagenti Cisal, che in relazione alla vicenda ha ufficialmente diffidato la Fondazione Enasarco, informando della questione il ministero del Lavoro ed il Garante, teme che i circa 230.000 iscritti alla Fondazione, la stragrande maggioranza dei quali ignari dell`iniziativa, possano essere subissati di comunicazioni di propaganda elettorale sulla propria pec a dispetto delle più elementari regole sul rispetto della Privacy.
“Un episodio a nostro avviso grave – spiega Luca Gaburro, segretario generale di Federagenti Cisal – inserito in un contesto gestionale che già da tempo denunciamo come assolutamente anomalo. Ormai è chiaro a tutta la categoria che per salvare l’Enasarco da un nuovo commissariamento o addirittura da una confluenza nell`Inps, alle elezioni per il rinnovo del cda del prossimo aprile occorre votare la lista “Adesso Basta”, che noi sosteniamo, e mandare a casa chi in tutti questi anni ha gestito la Fondazione con risultati a dir poco sconfortanti”.