I vertici di Finmeccanica “hanno confermato le proprie scelte contenute nel business plan del novembre 2011 e riconfermate nel precedente incontro del febbraio 2012”. Lo rende noto la Fim in una nota diffusa dopo l’incontro di stamattina tra Fim, Fiom, Uilm e per l’azienda il presidente e amministratore delegato, Giuseppe Orsi, il direttore generale, Alessandro Pansa, e il responsabile delle risorse umane, Roberto Maglione. “Nello specifico – spiega il segretario nazionale della Fim, Marco Bentivogli – e’ stato confermato il piano di cessioni di energia e trasporti attraverso il deconsolidamento delle quote Finmeccanica e il mantenimento di quote minoritarie. Sono stati illustrati i risultati del piano di efficientamento complessivo che produrra’ risparmi per oltre 400 milioni. Il vertice del gruppo ha inoltre dato conto degli effetti moltiplicativi degli investimenti in ricerca e innovazione attraverso la legge 808, risorse che nel 2013 si azzereranno”. La Fim ha “ribadito nuovamente la propria contrarieta’ a un progressivo disimpegno in settori come energia e trasporti, settori di prospettiva nel mercato mondiale, ribadendo la necessita’ di un confronto specifico sulle eventuali cessioni. Inoltre per la Fim la riduzione e razionalizzazione del portafoglio business prevista, non e’ sempre coerente con la focalizzazione e la redditivita’ di risorse ed investimenti. Infine, nonostante la fretta di troppi alla ricerca di esuberi derivanti dalla fusione del settore dell’elettronica della difesa, rivendicheremo la vocazione per il piano industriale alle finalita’ di rilancio e competitivita’ del Gruppo nel mercato”. Secondo Bentivogli, “il confronto sullo stallo dell’annunciata fusione Bae-Eads deve rappresentare un’opportunita’ per scongiurare la marginalizzazione di Finmeccanica e del Paese, da cogliere immediatamente attraverso una strategia virtuosa di alleanze industriali dentro o fuori il continente. Finmeccanica non puo’ affrontare queste partite senza un Governo che assume un maggior protagonismo su queste vicende industriali cosi’ strategiche. Fino ad oggi, le nostre sollecitazioni in tal senso non hanno avuto risposta, la trascuratezza con cui il Governo ha sostenuto il suo piu’ grande gruppo di alta tecnologia duale e’ lo specchio della sua propensione alla politica industriale”.
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