La portaerei francese “Charles de Gaulle” ha lasciato gli ormeggi in Bahrein diretta verso il Nord del Golfo Persico per raggiungere la flotta statunitense della Task Force 50. Con questa decisione Parigi intende contribuire alle operazioni dei raid aerei della coalizione internazionale guidata da Washington contro l’Isis in Iraq.
Il gioiello della marina militare francese si muove insieme a una scorta navale che prevede una fregata di difesa anti-aerea, una petroliera di rifornimento, una fregata britannica per la difesa anti-sommergibili e un sottomarino nucleare d’attacco. Dalla “Charles de Gaulle” hanno già decollato alla volta dell’Iraq quattro caccia multiruolo Rafale e quattro Super Etendard da attacco al suolo per raccogliere informazioni e partecipare ai raid a supporto delle forze armate irachene e curde.
La flotta francese entra in uno spazio organizzato dagli americani con i quali da un mese sono state messe a punto le procedure di comunicazione e controllo. Ma il settore resta complesso e pericoloso, sia per il traffico petrolifero sia per i delicati equilibri regionali: “Il Golfo Persico, ricorda il comandante Pierre Vandier, è disseminato di piattaforme e di petroliere che vanno avanti e indietro senza contare porti come quello di Abu Dhabi, più grande di quello di Rotterdam, con un intenso traffico in entrata e in uscita”.
Intanto il nuovo segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Ashton Carter, ha promesso agli estremisti dello Stato islamico una “sconfitta irreversibile”, parlando da una base americana in Kuwait dove si sono riuniti leader militari e diplomatici, per fare il punto sul conflitto contro l’organizzazione sunnita.
A pochi giorni dal suo insediamento al Pentagono, Carter ha riunito una trentina di persone tra generali, diplomatici e leader dei servizi d’intelligence nella base di Camp Arifjan, nel deserto del Kuwait. Parlando ai soldati prima del vertice, Carter ha assicurato che la coalizione condotta dagli Stati Uniti sta “respingendo molto abilmente lo Stato islamico lontano dal Kuwait” e da altri Paesi.