Nel terzo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% nei confronti del terzo trimestre del 2013. E’ quanto rende noto l’Istat.
Il calo congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e dell’industria e di un aumento nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), parzialmente compensato da un apporto positivo della componente estera netta.
Secondo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, “un calo del Pil italiano nel terzo trimestre era atteso, speriamo che a fine anno non si arrivi a oltre -0,4%”.
“Purtroppo ce lo dovevamo aspettare –prosegue Squinzi a margine della Giornata nazionale Orientagiovani di Confindustria a Reggio Emilia. I presupposti c’erano già dai mesi scorsi – ha proseguito – siamo psicologicamente preparati ad una chiusura del 2014 con un segno negativo, speriamo che non impatti sul rimbalzo del 2015. Speriamo che sia di dimensioni contenute, massimo -0,3% o -0,4%”.
Il vero problema, secondo il leader degli industriali “è che a parte il calo italiano, speriamo non ci sia anche un calo del’Europa che sarebbe preoccupante. Il dato preoccupante dalla Germania, più il +0,1% di Pil reso noto oggi, è il calo della produzione industriale. E’ questo il vero problema”.