Italiaonline ha comunicato il 4 agosto le linee guida del nuovo piano industriale che prevede una riorganizzazione anche dell’organico. Su 1106 dipendenti, 700 andranno in cassa integrazione straordinaria per 24 mesi. I sindacati temono che su Roma l’obiettivo dell’azienda è l’abbandono del sito dopo i due anni di Cig. Il prossimo 20 ottobre è previsto un incontro al Mise.
“Il 20 giugno scorso è stata ratificata la fusione tra Seat Pagine Gialle e Italiaonline. La ex Seat Pagine Gialle si è portata in dote un tesoretto di circa 120 milioni di euro, frutto anche di accordi sindacali sofferti dove i lavoratori hanno accettato pesanti sacrifici in cambio del mantenimento del posto di lavoro”. Così, in una nota, Fabrizio Micarelli e Barbara Cosimi della Slc Cgil di Roma e del Lazio.
“La nuova proprietà – continua la nota – il 4 agosto scorso ha fornito alle organizzazioni sindacali un’informativa sulle linee guida del nuovo piano industriale che, al di là delle intenzioni di sviluppo (tutte da verificare), prevede una riorganizzazione aziendale con pesanti ricadute occupazionali. Infatti per 700 lavoratori su un organico di 1106, è prevista la cassa integrazione straordinaria per 24 mesi (417 dovrebbero fruire della cigs a zero ore e 283 della cigs a rotazione). Dalla ripartizione numerica territoriale della cigs – continuano i sindacalisti – si evince che l’obiettivo aziendale è anche un altro: l’abbandono di alcuni presidi territoriali, tra cui Roma. Infatti, su un organico di 109 dipendenti, 83 dovrebbero andare in cigs a zero ore, per essere licenziati tra 24 mesi. Nelle ultime settimane abbiamo svolto diversi incontri per cercare una soluzione condivisa e alternativa a questa proposta scellerata, ma l’azienda ha opposto assurde rigidità. Chiediamo a Italiaonline di smetterla di arrampicarsi sugli specchi e di giocare sui numeri perché dietro a quei numeri c’è il destino di centinaia di famiglie. Le chiediamo inoltre – concludono Micarelli e Cosimi – di smetterla con le comunicazioni video ai colleghi e di venire nelle sedi opportune per trovare soluzioni non traumatiche per i lavoratori. Confidiamo che la Regione Lazio e il ministro dello Sviluppo Economico garantiscano il loro supporto nel prossimo incontro del 20 ottobre presso il Mise”.