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La Cgil annuncia una campagna vaccinale e difende Landini: no alle falsità sul segretario

Nunzia Penelope
Settembre08/ 2021

Il primo direttivo della Cgil dopo la pausa estiva si è concluso con un documento di nove pagine, il cui cuore, in sintesi, è la conferma della fiducia al segretario Maurizio Landini. Il documento  richiama inoltre il gruppo dirigente alla ”lealtà e responsabilità’, in particolare ”verso l’esterno”, e tanto più alla luce dei ”momenti difficili” che la confederazione sta vivendo.

Un passaggio di cui si è sentita l’esigenza, spiega il testo dell’ordine del giorno, dopo gli attacchi arrivati nel corso dell’estate a Landini: ”il direttivo – si legge – respinge con forza e condanna le falsità sulla nostra organizzazione e sul segretario generale che nei mesi estivi hanno trovato largo spazio sui media, finalizzate a indebolire l’azione della Cgil”. Inoltre, prosegue il testo, la Cgil “rivendica l’autonomia dell’organizzazione nell’elaborazione programmatica, nel giudizio e nella iniziativa, quale valore costitutivo che trova fondamento nel carattere unitario e democratico delle regole della propria vita interna”. Regole, prosegue il documento, che garantiscono a tutti “il diritto/dovere di esprimere le proprie idee e valutazioni” e che tuttavia richiedono a tutta l’organizzazione, ”a partire dai gruppi dirigenti”, di ”salvaguardare e praticare i principi di lealtà, responsabilità e solidarietà”, garantendo così “l’unitarietà dell’organizzazione verso l’esterno”, in particolare ” nei momenti più difficili quali quelli che stiamo affrontando”.

Il documento è la risposta al travaglio vissuto dalla confederazione nel corso dell’estate, innescato, come è noto, dalla posizione rispetto al green pass in azienda. Landini ha più volte ribadito la sua contrarietà a sanzionare quei lavoratori che, per motivi diversi, non fossero in grado di esibire il certificato che attesta o il vaccino effettuato, o la guarigione dal covid, o un tampone negativo della durata di 48 ore, pur dichiarandosi, personalmente e come segretario della maggiore confederazione, a favore sia dei vaccini e del green pass. Ma rispettando anche la libertà dei singoli a pensare e agire diversamente. L’obiezione che alcuni avevano sollevato, dentro e fuori dalla Cgil, è che in mancanza di sanzioni era difficile dare un senso al green pass stesso.  Di qui, in estate, le critiche a una Cgil sospetta di favorire, in questo modo, le istanze dei novax. La posizione di Landini, occorre ricordarlo, è stata peraltro condivisa pienamente anche da Cisl e Uil. Sta di fatto che in agosto le polemiche sono state assai accese, anche nella confederazione di Corso Italia, e anche se il dibattito è rimasto tutto interno, con la sola eccezione dell’intervento di Alessandro Genovesi, leader della Fillea Cgil, pubblicato qui sul Diario del Lavoro, non si può negare che vi sia stato.

Il direttivo, dunque, prende a sua volta posizione compattamente al fianco del segretario generale, dichiarando, a proposito del tema vaccini, la volontà di ”impegnare tutte le strutture a effettuare una campagna nazionale di formazione e informazione, anche con assemblee nei luoghi di lavoro, sul valore della vaccinazione”. Nel contempo, però, chiede a governo e parlamento si assumersi ”la responsabilità politica di prevedere l’obbligo vaccinale per tutti”. E a questo proposito la Cgil osserva che, al momento, l’indirizzo del governo sembra invece quello di insistere sull’estensione a tutti del green pass, strumento che la confederazione continua a considerare sbagliato nella sua applicazione: ”non abbiamo nulla contro il greenpass – si legge nel testo dell’ordine del giorno- che consideriamo uno strumento importante, ma che rischia di diventare alternativo all’obbligo vaccinale”, oltre a creare divisioni nel mondo del lavoro. In ogni caso, precisa il testo, il GP non può diventare uno strumento per impedire gli ingressi al posto di lavoro né nella mensa. Tra le altre richieste esposte nell’Odg, i tamponi gratuiti per tutti i lavoratori che ne facciano richiesta, e il ripristino dell’indennità di malattia covid nel caso di quarantena obbligatoria. “E’ il momento – conclude il testo- di non lasciare solo nessuno con le sue paure, di tutelare i più deboli e fragili, e di non alimentare divisioni nel luogo di lavoro, coniugando il diritto al lavoro con il diritto alla salute”.

Nei giorni scorsi, intanto, Landini ha incontrato prima il premier Mario Draghi, in un inatteso faccia a faccia durato ben un’ora e mezzo, e successivamente, assieme ai colleghi di Cisl e Uil, Sbarra e Bombardieri, anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Imprenditori e sindacati hanno sostanzialmente concordato sulla possibilità di inserire il green pass all’interno di una revisione dei protocolli di sicurezza, a patto che il governo garantisca la gratuità dei tamponi. Ora, però, si attendono le decisioni di Draghi. I sindacati confidano in una convocazione per essere consultati, o, come minimo, informati sull’orientamento finale del governo, prima che siano prese decisioni formali. Ma intanto, già guardano alla prossima legge di bilancio, e alle riforme legate al Pnrr, ormai all’orizzonte. A questo proposito, il direttivo Cgil da’ mandato alla segreteria nazionale di “mettere in campo tutte le iniziative necessarie”, a partire dalle assemblee nei luoghi di lavoro, ”’incluse iniziative di mobilitazione e di lotta”, per far sì che quanto sarà deciso dal governo sui capitoli di fisco, pensioni, lavoro, eccetera, sia corrispondente a quanto ritenuto necessario dal sindacato.

Nunzia Penelope

Nunzia Penelope

Giornalista

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