Il senso di responsabilità con la quale è stata affrontata la crisi sanitaria è il collante che ha garantito la tenuta sociale del paese. Con queste parole la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha aperto l’informativa urgente alla Camera sui fatti avvenuti lo scorso 9 ottobre a Roma. Nel riavvolgere il nostro della protesta che ha messo a ferro e fuoco il centro della capitale e la sede nazionale della Cgil, la titolare del Viminale ha spiegato come i manifestati radunatisi in piazza del Popolo erano tre volte superiori rispetto ai numeri attesi. Le velocità con quale si è mossa la protesta verso obiettivi prestabiliti, come la sede del governo, Montecitorio e Corso d’Italia, ha spiegato Lamorgese, ha richiesto il “riposizionamento” delle forze di polizia in campo per contrastare una situazione definita “dinamica” dalla stessa ministra, che ha escluso ogni trattativa con Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, ma, semmai, un’interlocuzione con alcuni funzionari dell’ordine pubblico per prendere tempo al fine di rimodulare la presenza dei mezzi e degli uomini delle forze dell’ordine in quel momento.
Nel merito degli scontri che si sono consumati davanti alla sede del sindacato guidato da Maurizio Landini, la ministra dell’Interno ha parlato di 8 minuti di “violenza distruttiva”, durante i quali si è assistito a uno “sfregio della democrazia”. Guardando alle proteste contro il green pass che si stanno consumando in queste ore presso il porto di Trieste, Lamorgese ha evidenziato la necessità di aver fatto ricorso a idranti e fumogeni per alleggerire la tensione innescata da uno sciopero che il prefetto del capoluogo friulano ha definito “illegittimo”.
Dall’inizio della pandemia a ora, ha poi precisato la ministra, le proteste contro le misure governative sono state 5.769, 3.668 nel 2021 e 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, ma solo 52, ossia il 3,4% del totale, sono degenerate in atti di violenza che hanno disturbato l’ordine pubblico.
Tommaso Nutarelli