• Today is: lunedì, Giugno 5, 2023

Landini e Bombardieri, in piazza per dire che in questo paese non va tutto bene

Tommaso Nutarelli
Dicembre07/ 2021

Uno sciopero per dare risposte ai giovani, alle donne, ai pensionati, a chi pur lavorando non riesce ad arrivare a fine mese. Uno sciopero per dire che in questo paese non va tutto bene, per dire che povertà e diseguaglianze sono aumentate, per ribadire la necessità di un lavoro stabile, senza l’ombra della precarietà, che arriva dopo un mese di iniziative al livello regionale. Sono questi i motivi che porteranno in piazza, il prossimo 16 dicembre, Cgil e Uil contro l’impostazione e i contenuti della manovra. Uno sciopero generale di otto ore, che non coinvolgerà settori nevralgici come la sanità a causa dell’emergenza sanitaria, al quale il fronte sindacale non arriverà in modo compatto. La Cisl, infatti, ha deciso di non aderire alla mobilitazione. Una scelta, ha spiegato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dovuta a sensibilità diverse e al fatto che non esiste un sindacato unico. Noi scendiamo in piazza, ha chiarito Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, non contro la Cisl. Questo, affermano, non minerà lo sforzo unitario che il sindacato confederale continuerà a portare avanti attraverso le proprie piattaforme.

“Scioperare non è un atto da irresponsabili, come qualcuno ci vorrebbe dipingere, ma un diritto sancito dalla costituzione. Su alcuni temi abbiamo apprezzato il confronto avuto con il governo, ma non sui più importanti, come la riforma del fisco e del welfare – ha detto il leader della Uil -. Lo sciopero è la risposta alla sofferenza e al disagio sociale di molte persone. Vogliamo rappresentare la delusione e la speranza che dopo pandemia il Paese potesse ripartire in modo diverso”.

“L’80% delle nuove assunzioni fatte nel 2021 sono precarie. La ripresa c’è – ha spiegato il numero uno della Cgil – ma deve portare con sé lavori più sicuri. Bisogna uscire da questa pandemia non con le stesse ingiustizie, ma con un nuovo modello di giustizia sociale, rimettendo al centro il lavoro”. Landini ha inoltre spiegato come il metodo di confronto e i contenuti della riforma fiscale siano del tutto sbagliati, mentre su altri temi, come riforma delle pensioni e del lavoro, non sia ancora partito. “Bisogna ascoltare le istanze del mondo del lavoro, e non aver deciso tutto prima, altrimenti si svilisce il dialogo con le rappresentanze sociali. È grave che sul contributo di solidarietà per i redditi sopra i 75mila euro il premier sia stato messo in minoranza. Noi abbiamo chiesto di destinare tutti gli 8 miliardi al taglio dell’Irpef, mentre uno è stato destinato all’Irap, che finanzia la sanità pubblica, e le regioni già si dicono in difficoltà nel garantire l’erogazione di questi servizi. La manovra non è espansiva. Servono più soldi per finanziare la scuola, la sanità, la formazione e la pubblica amministrazione”.

Al momento, ha precisato Bombardieri, non c’è stato nessun contatto con la presidenza del consiglio. Il dialogo rimane aperto, ha puntualizzato Landini, ma questo non vuol dire che sia in contraddizione con lo sciopero.

Tommaso Nutarelli

Tommaso Nutarelli

Redattore de Il diario del lavoro.

Redattore de Il diario del lavoro.