Sono arrivati a Roma in centinaia i lavoratori dell’Irisbus Iveco (Fiat Industrial) per manifestare contro un’eventuale chiusura dello stabilimento, l’unico che in Italia produce autobus. Gli operai sono in presidio davanti al ministero dello Sviluppo economico, dove sta per iniziare il tavolo in merito alla dismissione dello stabilimento di Valle Ufita (Avellino).
L’esecutivo ha ,infatti, convocato le parti (Fiat Industrial spa e sindacati dei metalmeccanici), per discutere la questione. A rischio ci sarebbero quasi 700 posti, che con l’indotto salgono a circa duemila.
Presenti all’incontro anche il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, che parla di “quasi mille lavoratori” giunti davanti al dicastero di via Veneto. Centrella spera “in notizie positive”, ma aggiunge: “se ci chiedono di produrre dai mille ai milleduecento pullman l’anno questo significa voler chiudere, perché non ci sono le condizioni”. L’Ugl, quindi, “chiede alla Fiat di essere più malleabile, per far passare questo momento di crisi”. E sottolinea: “se al contrario ci rispondono che non è possibile, allora chiederemo al ministero di essere garante dell’operazione di Dr Motor”, l’azienda molisana automotive, che si sarebbe interessata al sito.
Per Giovanni Sgambati della Uilm Campania, “è molto difficile ma il governo deve svolgere un ruolo per ammodernare il parco autobus. Questo è l’unico modo per far cambiare l’idea alla Fiat”. (LF)
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