Si è spento ieri, domenica 22 febbraio, all’età di 102 anni, Claudio Cianca, partigiano, antifascista popolare dirigente della Cgil e della sinistra romana.
Quando ha iniziato a svolgere l’attività sindacale, Cianca aveva alle spalle dieci anni trascorsi nelle carceri fasciste e la lotta clandestina nella Roma occupata dai tedeschi. Nel 1945 è diventato leader degli edili, poi (dal 1949) segretario della Camera del lavoro di Roma e infine, dal 1966 al 1969, segretario generale della Fillea. La sua vita pubblica è stata molto intesa: a lungo consigliere comunale in Campidoglio con Giuseppe Di Vittorio e Oreste Lizzadri, deputato comunista dal 1953 al 1972, presidente della Federazione degli emigrati. E’ stato membro della presidenza dell’Anppia, l’associazione dei perseguitati politici antifascisti.
I messaggi di cordoglio, dalle forze politiche e sindacali, sono stati numerosi. “Un grande uomo, uno straordinario dirigente, esempio di coerenza e rettitudine. Una lunga vita al servizio degli ideali di giustizia e in difesa dei lavoratori, della libertà e della democrazia”, recita il comunicato congiunto di Cgil e Fillea. “Antifascista e partigiano – si legge nella nota – nel dopoguerra Claudio è stato il capo indiscusso dei lavoratori edili, protagonista di storiche battaglie contro la speculazione fondiaria ed edilizia e per garantire migliori condizioni di vita ai lavoratori. Dopo la lunga militanza in Cgil e Fillea, ha rinnovato il proprio impegno prima in Campidoglio, poi in Parlamento e infine nella Federazione italiana lavoratori emigranti e famiglie”.
“Con la scomparsa di Claudio Cianca perdiamo una delle figure più importanti della Resistenza romana”, è poi il messaggio di Massimo D’Alema, nel quale ricorda che “Cianca ha continuato ad essere negli anni protagonista del dialogo con le nuove generazioni, per tenere sempre vivo il ricordo della Resistenza e tramandarne i valori. Così come si è sempre schierato con passione in difesa dei principi democratici. Voglio esprimere la mia vicinanza a Marco e a tutta la famiglia”.
Infine la nota del sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Con la morte di Claudio Cianca scompare un altro protagonista della storia italiana del Novecento e di questa città a cui si è dedicato con impegno e amore. Un uomo che ha creduto, insegnato e combattuto per gli ideali antifascisti e democratici, sia durante la guerra che negli anni intensi della sua attività politica, nella Cgil, nel PCI e nell’Anppia. La sua passione è stata un esempio per tante generazioni e oggi il nostro dovere è non disperdere la ricchezza e gli ideali che Claudio Cianca ha saputo trasmetterci.