Non ha detto granché sulla prossima stagione contrattuale il presidente di Confindustria nella sua relazione all’assemblea. Ha chiesto relazioni industriali più moderne, ha sottolineato la necessità di un allargamento della domanda interna, il che comporterebbe una crescita dei salari, ha insistito soprattutto perché si completi il quadro delle regole, appunto con nuove norme per la contrattazione. In pratica, ha chiesto alle confederazioni sindacali di affrettarsi a definire un nuovo accordo che serva a superare la stagione dei rinnovi contrattuali.
E’ difficile però che effettivamente si arrivi a questo accordo. Le confederazioni sindacali, quale più, quale meno, sono abbastanza lontane da un accordo in tal senso, anche perché le richieste della Confindustria, che peraltro datano già di un anno, sono molto onerose, almeno nell’ottica sindacale. Squinzi infatti ha sottolineato la necessità di un nuovo sistema che sposti sempre più il baricentro della contrattazione sul secondo livello, pur mantenendo la funzionalità del primo livello. Nell’ottica imprenditoriale dovrebbe essere il contratto nazionale a dettare le norme per allargare il bacino della contrattazione aziendale. Ma, appunto, non è facile.
Non è facile per diverse ragioni. Innanzitutto perché dentro Confindustria c’è un partito, qualcuno dice maggioritario, che non vorrebbe proprio rinnovare i contratti, non adesso almeno. Poi perché servirebbe molto tempo e anche predisposizione nei sindacati per fare un vero salto in questa direzione. E difettano sia il primo che la seconda.
Questo però non significa che non si possano avere dei cambiamenti, anche notevoli, nel campo contrattuale. Paradossalmente potrebbero essere i metalmeccanici a dare delle sorprese. Ormai sembra certo che anche stavolta la trattativa con Federmeccanica la faranno solo Fim e Uilm, lasciando fuori la Fiom, come del resto accade dal 2001. Anche l’ultimo tentativo delle tre sigle per arrivare a una piattaforma unitaria, proprio ieri sera, è fallito. E’ previsto un nuovo incontro, ma le speranze di chiudere sono molto scarse, forse nulle. Questo è un peccato, perché che un importante contratto come quello dei metalmeccanici venga rinnovato senza il sindacato più rappresentativo è una cosa negativa. Ma, appunto paradossalmente, questa potrebbe essere l’occasione per fare qualcosa di veramente innovativo. Pur tra tutte le rispettive particolarità Fim e Uilm hanno le caratteristiche per andare un po’ più avanti rispetto al passato. E Federmeccanica è guidata da un dirigente nuovo, molto attivo, intelligente e desideroso di cambiare i paradigmi del passato, che non nasconde la volontà di arrivare non tanto a un rinnovo, quanto a un rinnovamento del contratto. Il precedente già c’è ed è il contratto della Fca, sottoscritto appunto da Fim e Uilm, dove è stata imboccata una strada molto innovativa. E’ presto per dire se effettivamente questo contratto possa servire a tutta la categoria, ma alcune premesse sembrano esserci, per cui le sorprese potrebbero non mancare.
Del resto, che qualcosa debba cambiare nella contrattazione è fuori dubbio. Le imprese non vogliono assumersi rischi in un momento in cui la ripresa mostra solo qualche timido accenno, ma è interesse di tutti, come ha detto Squinzi, che la stagione contrattuale si svolga regolarmente e porti una lievitazione dei salari che sostenga la domanda interna. Insomma, l’equilibrio potrebbe essere trovato legando gli aumenti a una effettiva e provata crescita della produttività. Farlo non è semplice, ma questa è la strada da battere.
Per il sindacato non è semplice accettare un forte squilibrio della contrattazione verso il secondo livello, non fosse che perché l’area della negoziazione decentrata già è angusta, in più si sta restringendo. Ma quella è la cosa da fare se davvero si vuole innovare e rivitalizzare la contrattazione. Non è un caso se il contratto della Fca sia riuscita, tra le altre cose, a ricostruire una diversa classificazione, cosa che tutti i contratti non sono mai riusciti a fare, tanto è vero che la classificazione prevista dal contratto dei metalmeccanici è stata fissata con il contratto del 1973. E anche quella classificazione non fu inventata d’embléé, fu costruita sulla base delle innovazioni che erano state fatte negli anni precedenti da numerosi accordi in grandi gruppi. Perché spesso è proprio in azienda che è possibile superare incrostazioni del passato, perché chi tratta vive tutti i giorni la vita degli stabilimenti, conosce la materia direttamente, sa come intervenire.
Contrattazione
Numerosi questa settimana gli incontri relativi a importanti vertenze industriali del paese, alcuni dei quali sono stati risolutivi: per le acciaierie di Piombino della ex Lucchini è stato firmata l’intesa, fra Cevital e sindacati, che coinvolge 2.200 lavoratori; per il settore dei tessili vari è stato firmato il rinnovo del contratto collettivo; nel settore aeronautico è stato raggiunto l’accordo per il passaggio di 178 lavoratori dello stabilimento Alenia Aermacchi ad Atitech. È stato inoltre sottoscritto, per la Sma-Auchan, un accordo che coinvolge circa 9mila lavoratori, salvaguardando i livelli occupazionali, mentre per l’azienda di elettrodomestici Mediamarket è stato sottoscritto un contratto di solidarietà che ha permesso di evitare 906 esuberi. Infine, è stato siglato un accordo quadro per la sicurezza nei portidella regione Liguria.
Proseguono invece le trattative per l’Alcatel Lucent, che ha visto le parti incontrarsi per discutere l’esternalizzazione del sito di Trieste e quelle della Olivetti, per la quale è in corso la discussione del nuovo piano industriale presentato da Telecom. Per la Whirlpool, inoltre, nonostante sia ancora aperto il tavolo negoziale al Mise, si è svolto un incontro tra la direzione aziendale e la sola delegazione della Fiom, a seguito del quale è stata fissata la data del prossimo incontro, ma anche confermata quella dello sciopero generale unitario. Per due vertenze, quella della Ericsson e quella della Coop Estense, a seguito dell’interruzione delle trattative, sono stati indetti due scioperi. Infine, i sindacati del settore alimentare Flai, Fai e Uila hanno sottoscritto le piattaforme di rinnovo dei contratti nazionali Industria e Cooperazione alimentare.
Opinioni
A seguito della proposta di legge, presentata da undici deputati Pd, a favore della professione dei medici, Roberto Polillo ha spiegato le dinamiche e gli effetti che tale mossa porterà nel campo della sanità.
Editoriale
In occasione dell’assemblea annuale di Confindustria, Il diario del lavoro ha pubblicato due articoli di Nunzia Penelope sui contenuti della relazione di Giorgio Squinzi e sull’assenza, anomala, del premier Matteo Renzi all’assemblea.
Interviste
Il presidente dell’Inca, Morena Piccinini, intervistata da Fernando Liuzzi, spiega in che modo la crisi ha acuito le esigenze di sostegno al reddito dei lavoratori. Il vicepresidente uscente di Fondimpresa, Bruno Vitali, sentito da Fabiana Palombo, spiega perché, in Italia, si investe ancora troppo poco nelle attività di formazione e cosa si rischia con l’indebolimento di quest’attività.
Documentazione
Questa settimana sono disponibili i rapporti Istat sui prezzi della produzione dell’industria, sui prezzi al consumo, e sui conti economici trimestrali. Disponibile inoltre la relazione del Presidente Giorgio Squinzi all’assembla annuale di Confindustria e il testo dell’accordo quadro per la sicurezza sul lavoro nei porti liguri.