• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
mercoledì, 21 Maggio 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    L’orario di lavoro nel contratto a tempo pieno è cosa che appartiene al potere dell’azienda

    Reperibilità notturna: la Cassazione chiarisce che è “orario di lavoro” e deve essere adeguatamente retribuita

    Energia, accordo Bnl Bnp Paribas ed E.Geo per sostenere le aziende della filiera

    Si apre l’era degli “elettrostati”

    Il day after di sindacati e Confindustria

    Un voto a rischio estremo

    La commedia degli equivoci chiamata Mes

    Il fantasma del Mes e le contraddizioni della destra

    Due scioperi differenti

    Sciopero legittimo anche senza  l’intervento del sindacato

    Il volto della Chiesa che non vogliamo

    Provaci ancora, Papa

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Referendum, il governo punta a depotenziare l’election day accorpandolo ai ballottaggi delle amministrative. Ma Landini insiste: “voto al primo turno, maggio sia il mese delle rose ma anche della democrazia’’

    Se la destra “fa anche cose buone”: gli appelli all’astensione possono favorire i referendum, ma il vero tema è cosa faranno i sindacati dopo il 9 giugno

    Censis-Rbm, 7 mln italiani indebitati per cure mediche

    Sindacati, il 22 maggio sanità privata in sciopero per il rinnovo del contratto

    Furlan (Uilca) fa il punto sul rinnovo del contratto banche alla vigilia dell’avvio del negoziato. E a Intesa e Abi dice: trovino una soluzione

    Furlan (Uilca), nel risiko bancario tanta confusione. Il governo non si sta comportando da semplice arbitro

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Ilva, al via incontro al ministero

    Ex Ilva, tutta da rifare la gara sull’impianto per l’acciaio green

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il Rapporto annuale Istat 2025

    La morte a rate

    Imprese funebri, sindacati: sottoscritta l’ipotesi di accordo. Aumento di 204 euro

    Il Rapporto annuale dell’Istat – Edizione 2025

    Il testo del verbale di accordo per il rinnovo del contratto Edili artigiani

    Istat, nel 2022 prezzi casa a +3,8%, rialzo più alto dal 2010

    Edilizia artigianato, firmato il rinnovo del contratto, aumento di 178 euro al primo livello e +18% sui minimi

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    L’orario di lavoro nel contratto a tempo pieno è cosa che appartiene al potere dell’azienda

    Reperibilità notturna: la Cassazione chiarisce che è “orario di lavoro” e deve essere adeguatamente retribuita

    Energia, accordo Bnl Bnp Paribas ed E.Geo per sostenere le aziende della filiera

    Si apre l’era degli “elettrostati”

    Il day after di sindacati e Confindustria

    Un voto a rischio estremo

    La commedia degli equivoci chiamata Mes

    Il fantasma del Mes e le contraddizioni della destra

    Due scioperi differenti

    Sciopero legittimo anche senza  l’intervento del sindacato

    Il volto della Chiesa che non vogliamo

    Provaci ancora, Papa

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Testa (Flaei-Cisl), la partecipazione è una sfida culturale per sindacato e aziende

    Referendum, il governo punta a depotenziare l’election day accorpandolo ai ballottaggi delle amministrative. Ma Landini insiste: “voto al primo turno, maggio sia il mese delle rose ma anche della democrazia’’

    Se la destra “fa anche cose buone”: gli appelli all’astensione possono favorire i referendum, ma il vero tema è cosa faranno i sindacati dopo il 9 giugno

    Censis-Rbm, 7 mln italiani indebitati per cure mediche

    Sindacati, il 22 maggio sanità privata in sciopero per il rinnovo del contratto

    Furlan (Uilca) fa il punto sul rinnovo del contratto banche alla vigilia dell’avvio del negoziato. E a Intesa e Abi dice: trovino una soluzione

    Furlan (Uilca), nel risiko bancario tanta confusione. Il governo non si sta comportando da semplice arbitro

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Referendum, Landini: il quorum è possibile. Il voto è una rivoluzione pacifica

    Ilva, al via incontro al ministero

    Ex Ilva, tutta da rifare la gara sull’impianto per l’acciaio green

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il Rapporto annuale Istat 2025

    La morte a rate

    Imprese funebri, sindacati: sottoscritta l’ipotesi di accordo. Aumento di 204 euro

    Il Rapporto annuale dell’Istat – Edizione 2025

    Il testo del verbale di accordo per il rinnovo del contratto Edili artigiani

    Istat, nel 2022 prezzi casa a +3,8%, rialzo più alto dal 2010

    Edilizia artigianato, firmato il rinnovo del contratto, aumento di 178 euro al primo livello e +18% sui minimi

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

    Agenti immobiliari e mediatori creditizi, sottoscritta l’intesa per il nuovo contratto, aumenti di 200 euro

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Verrà il giorno. Le origini del Primo Maggio, di Martin Cennevitz. Editore Elèuthera

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Il lavoro è dignità – Le parole di Papa Francesco, di Giacomo Costa e Paolo Foglizzo. Edizioni Futura

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Malesangue, di Raffaele Cataldi. Edizioni Alegre

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

    Il dono e la città, di Giacomo Panizza. Edizioni Bibliotheka

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Primo Piano - Pirani, l’Italia è il paese delle occasioni perdute, senza politica industriale siamo condannati al declino

Pirani, l’Italia è il paese delle occasioni perdute, senza politica industriale siamo condannati al declino

di Nunzia Penelope
3 Ottobre 2023
in Interviste
Morti sul lavoro

di Emanuele Ghiani https://twitter.com/GhianiEmanuele

La transizione energetica sembra stia perdendo slancio, e non solo: anche il favore dei cittadini verso la svolta green sta scemando, tanto che una recente indagine sostiene che insistere in questa direzione potrebbe addirittura favorire un rafforzamento dei partiti delle destre europee che alla transizione si oppongono. In parallelo, in Italia stenta la realizzazione del Pnrr, si incanaglisce la vicenda Ilva, si teme per la sorte dell’auto, è ancora aperta la partita di Ita, e si procede, con dubbi, verso la cessione di Tim al fondo Kkr. Ciascuno di questi capitoli dovrebbe essere rubricato sotto la voce “politica industriale”, ma è una voce nel nostro paese assente ormai da anni, o decenni. Una assenza che, secondo Paolo Pirani, già sindacalista e oggi consigliere del Cnel, rischia di condannarci al declino.

Pirani, partiamo dalla transizione energetica. A che punto siamo?

Non a buon punto. Intanto, va detto che la svolta green viene molto spesso identificata nella fine del motore a scoppio e nelle sorti magnifiche e progressive dell’auto elettrica. Ma con una impostazione tutta sbagliata: invece che fissare le necessarie tappe di politica industriale ci si è limitati a fissare le date di cessazione: dell’auto a benzina, delle caldaie a gas, e cosi via. Questo suscita timori e irritazione delle popolazioni. Si doveva fare il contrario: indicare la via da percorrere e i risultati che si volevano ottenere, facendo nel contempo le giuste scelte infrastrutturali, industriali, e soprattutto di transizione sociale. Purtroppo prevale l’idea che l’industria sia come l’acqua, cioè va fatta scorrere liberamente. Salvo poi essere travolti dalle inondazioni.

Il problema dunque è di strategia?

Di strategia e di concretezza. Nei piani del governo si parla di pannelli solari, di batterie, ma non si danno indicazioni concrete. D’altra parte, si è rinunciato a fare dell’Europa un player dell’innovazione tecnologica, lasciando il campo ad Asia e America. Quanto all’Italia, ci stiamo riducendo a produzioni di nicchia, mentre vengono a mancare assett fondamentali come l’auto, che è stata il traino del boom economico: oggi l’automotive si sta riducendo ai minimi termini. A differenza di quanto hanno fatto la Francia e gli Usa, che sull’auto hanno imbastito fortissime politiche industriali, da noi si lascia correre. Per non dire di un altro assett strategico in cui eravamo fortissimi come l’acciaio, vedi la sorte dell’Ilva: tanti piani, tante promesse, ma tutto si conclude sempre con ‘bambole, non c’è una lira’. O del settore aereo: ci abbiamo buttato miliardi per anni, alla fine abbiamo perso anche la compagnia di bandiera.

Sull’auto i sindacati stanno lanciando allarmi da tempo, ma pare che nessuno li ascolti.

Sull’auto si sta consumando una follia. I grandi player a un certo punto hanno detto stop al motore a scoppio, ma se vuoi restare sul mercato devi avere un piano: creare una struttura per l’elettrificazione, un piano sociale per evitare catastrofi occupazionali, organizzare la capacita di produrre tutta una serie di assett. Poi, si poteva anche pensare di fare una transizione diversa, per esempio puntando sui biocarburanti, che l’Italia produce. In sintesi: ci voleva una idea di gestione di questa transizione, che purtroppo è del tutto mancata. E senza una politica industriale sulla transizione energetica siamo destinati a un declino veloce.

Se i nostri assett migliori sono alla canna del gas, cosa ci resta per non soccombere?

Ci resta ancora abbastanza. L’industria della difesa, l’Eni, la farmaceutica, sono oggi i nostri assett più forti. Il governo dovrebbe mettere assieme il pool dei maggiori driver e affrontare con loro il tema dello sviluppo. Tra l’altro abbiamo anche numerosi eccellenti brevetti su carburanti verdi e per lo sviluppo dell’economia circolare. Ma se non c’è dietro un governo che dia indicazioni rischiamo di sprecare tutto: a partire dal Pnrr, i cui fondi sono stati frammentati tra gli ottomila comuni. E con tutto il rispetto, sono molto lontani da quello che io chiamo un progetto di politica industriale. Oltretutto, oggi il contesto dei conti pubblici, dell’inflazione, del rapporto deficit Pil, ci obbligherebbe a produrre ricchezza: ma in queste condizioni non vedo come.

Il governo dice che intende procurarsi almeno 20 miliardi da nuove privatizzazioni, che ne pensa?

Le privatizzazioni sono smanie ricorrenti. E quasi mai sono andate a finire bene, da Telecom ad Autostrade. L’unica che siamo riusciti a impedire è Versalis, e oggi diciamo per fortuna, perché sta producendo risultati eccellenti. Per il resto, su Tim siamo agli ultimi atti di una privatizzazione fallita, quella di Telecom, appunto, che ha dimostrato tutta l’inadeguatezza del capitalismo italiano, incapace di reggere la prova. Ma anche i governi si sono trovati incapaci di affrontare questo tema, e nel frattempo la politica europea si è spostata sul tema del massimo risparmio, quindi sono venuti a mancare anche investimenti e progettualità. Ora abbiamo la beffa che un fondo statunitense, Kkr, da un lato chiude Magneti Marelli e dall’altro si appresta a conquistare una parte strategica del nostro sistema di Tlc. Senza che il governo nemmeno si sogni di affrontare il problema base che si dovrebbe affrontare, cioè quello della banda ultraveloce come servizio universale per il paese.

Quindi ha ragione il ministro Urso, quando se la prende con le multinazionali estere?

Le multinazionali non sono il male, ma devono rispondere alle regole sociali dei paesi dove operano e investono. La sensazione è che non si permetterebbero altrove quello che invece si permettono in Italia, e bisognerebbe chiedersi perché.

Il capitalismo italiano, lei dice, non è stato all’altezza delle sfide. Ma anche la classe politica non sembra granché meglio. Che maledizione è la nostra?

Purtroppo abbiamo una classe politica che ha smarrito le risorse intellettuali e progettuali per essere all’avanguardia. Una volta si studiava il modello italiano, ora anche la nostra moda è tutta francese. C’è un livello di impreparazione rispetto alle dinamiche dell’industria che è spaventoso. Siamo il paese delle occasioni mancate.

Per quale motivo c’è questo analfabetismo industriale di ritorno?

Una volta avevamo dei veri e propri centri di produzione di classe dirigente, dalla Banca d’Italia all’Olivetti, che producevano anche cultura industriale. Ma oggi non c’è più niente. Inoltre, la disintermediazione ha interrotto il rapporto della politica coi corpi intermedi, indebolendo, anziché rafforzando, entrambi. Ma le transizioni che abbiamo di fronte non si possono affrontare senza l’apporto dei corpi intermedi.

Siamo destinati al declino?

C’è questo rischio e occorre averne consapevolezza.

Come se ne esce?

O ci si ridefinisce nel contesto internazionale, non solo come Italia, ma come Europa, oppure saremo schiacciati da colossi come America, Cina, Africa.

Anche Africa?

È un continente in forte crescita demografica, ricco di materie prime e pregiate, dove si sta giocando una gigantesca partita geopolitica. La cacciata dei francesi, per dire, è solo un esempio di quello che sta accadendo. Grandi potenze si stanno dividendo un continente cruciale e strategico. L’Europa, per non essere tagliata fuori, dovrebbe ridefinirsi nei confronti dell’Africa, in un rapporto di sviluppo reciproco, invece di continuare a litigare sulla collocazione dei migranti.

Il piano Mattei di cui parla spesso la premier Meloni ha quindi un senso?

Certamente si, ma non mi pare abbia una classe politica all’altezza di realizzarlo. E poi per realizzare un piano Mattei è l’Europa che deve muoversi: il mondo sta cambiando, se non se ne prende atto siamo finiti. Purtroppo mi pare che qui in Italia, cosi come in Europa, si ragioni su un orizzonte al massimo settimanale, manca la capacità di fare ragionamenti strategici che guardino a orizzonti più ampi. Ma c’è una realtà dei fatti che prima o poi costringerà tutti a farci i conti. Il sistema così com’è non può reggere, e penso che lo vedremo chiaramente dopo le elezioni europee.

Nunzia Penelope

Nunzia Penelope

Nunzia Penelope

Vicedirettrice de Il Diario del lavoro

In evidenza

Istat, i lavoratori portano le firme al Colle: no Blangiardo presidente

Rapporto Istat, per Cgil e Uil conferma le criticità del paese. La Cisl sottolinea il dato positivo sull’occupazione ma preoccupa la bassa produttività

21 Maggio 2025
Ilva, sbloccata la trattativa

Ex Ilva, nuovo tavolo lunedì al ministero del Lavoro. Per i sindacati incontro deludente

21 Maggio 2025
Istat, nel III trim tasso disoccupazione stabile all’11,2%, aumentano precari

Lavoro, cala il potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali e aumenta la povertà tra chi lavora: il Rapporto annuale dell’Istat

21 Maggio 2025
Sicurezza sul lavoro, Confservizi: puntare su formazione, qualificazione degli appaltatori e innovazione

Sicurezza sul lavoro, Confservizi: puntare su formazione, qualificazione degli appaltatori e innovazione

20 Maggio 2025
Federmeccanica, Simone Bettini designato nuovo presidente, l’elezione a luglio

Federmeccanica, Simone Bettini designato nuovo presidente, l’elezione a luglio

20 Maggio 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi