Cgil, Cisl, Uil “considerano inadeguato il confronto finora avuto con il Governo in ordine alla definizione delle priorità strategiche, degli obiettivi e delle risorse del Piano stesso”. Lo sottolineano i tre sindacati in una nota congiunta dopo la presentazione alla Camera del Recovery Plan da parte del premier, Mario Draghi.
In primo luogo si segnala che nel Pnrr “è stato predisposto uno schema di governance interistituzionale, a più livelli. In questo modello il ruolo delle Organizzazioni sindacali non è esplicitato adeguatamente, né sono definiti e garantiti livelli di negoziazione, di confronto preventivo e di monitoraggio né sugli investimenti né sulle riforme”.
Cgil, Cisl e Uil chiedono che le sei missioni, le sedici componenti e le tre azioni trasversali, “diventino oggetto costante di confronto preventivo e di monitoraggio della ‘Governance partecipata’ con il coinvolgimento sostanziale e non formale del Sindacato confederale”.
Inoltre molte delle numerose riforme – abilitanti, settoriali e orizzontali – avranno un impatto diretto sul lavoro, sulla sua organizzazione, tutela e creazione e inevitabilmente anche sulla contrattazione. Per questo, scrivono i tre sindacati, “riteniamo che non si possa prescindere dall`indicazione, chiara ed esplicita, che su tali temi venga garantito preventivamente un confronto rafforzato e, se del caso, una negoziazione con le Organizzazioni Sindacali secondo uno schema che preveda ed istituzionalizzi la partecipazione alle scelte che hanno ricadute dirette ed indirette sul lavoro”.
Ciò vale soprattutto “per le Riforme che riguardano i temi del lavoro e dell`occupazione, della pubblica amministrazione, della semplificazione, della concorrenza, delle politiche industriali e delle infrastrutture, dell`istruzione e formazione, della giustizia, del fisco, delle pensioni, della sanità e delle politiche sociali, anche attraverso la definizione dei Lep”.
TN