All’indomani del primo incontro fra il presidente del Consiglio italiano e il suo omologo greco, a seguito del quale il leader di Syriza aveva assicurato “non ho ancora imparato l’italiano, ma oggi abbiamo parlato la stessa lingua”, Matteo Renzi non ha esitato a convalidare la decisione presa ieri sera dalla Bce ai danni dell’ormai “ex-alleato” greco.
La decisione della Bce di togliere alle banche della Grecia, a decorrere dal prossimo 11 febbraio, l’accesso alle normali aste di liquidità (Mro, Ltro, Tltro), è stata infatti definita dal premier Matteo Renzi “legittima e opportuna”, dal momento che “mette tutti i soggetti in campo attorno a un tavolo in un confronto diretto e positivo per una Unione che, andando oltre una concezione burocratica tutta rivolta all’austerità, sia capace di rispettare e far rispettare gli impegni presi e di guardare con maggiore fiducia e determinazione a un orizzonte europeo fatto di crescita e investimenti”.
Eppure sembra difficile parlare di confronto “diretto e positivo”, per lo meno a giudicare dal comportamento di oggi della Banca centrale che, affondando il colpo, ha messo in guardia i paesi di Eurolandia dai “rischi di incoerenze” della nuova interpretazione sulla flessibilità nei conti pubblici della Commissione europea, puntando il dito sulla regola del debito, “è importante che non sia messa da parte”, sulle incertezze politiche della Grecia che hanno fatto aumentare lo spread tra i titoli di Stato del Paese e i Bund tedeschi “di oltre 200 punti base” nel periodo intercorso tra inizio dicembre 2014 e metà gennaio.
Il premier ellenico, intanto, non sembra lasciarsi intimorire, cogliendo l’occasione per ribadire coerenza rispetto agli obiettivi portati avanti in campagna elettorale. Nel suo primo intervento parlamentare Tsipras ha infatti definito la decisione della Bce: “una pressione per spingere verso un nuovo accordo tra Grecia e creditori sul debito greco”. Cosciente dell’esistenza di gruppi, dentro e fuori dal proprio paese, che “vogliono vedere la Grecia fallire”, il leader greco ha poi precisato di “non voler ricattare nessuno ma neanche di voler sottostare a dei ricatti”.
Com’era prevedibile, comunque, la giornata si è rivelata particolarmente turbolenta per i mercati ellenici, con lo spread di Atene nei confronti del bund tedesco volato a quota 941 punti (contro i 902 di ieri) e il rendimento dei bond governativi della Grecia salito, questa mattina, oltre l’11%.
Poi, nel primo pomeriggio, dopo la decisione della stessa Bce di mantenere per le banche greche l’accesso alle linee di liquidità di emergenza (Ela), la situazione è migliorata con il rendimento del decennale greco sceso al 9,93%.
Secondo il quotidiano Die Welt, infatti, l’Eurotower ha approntato linee di credito per 60 miliardi di euro che dovrebbero coprire le più immediate esigenze di liquidità di Atene, in attesa che il paese raggiunga un accordo con i propri creditori, quindi Ue, Bce e Fmi. Quest’ultimo, però, per voce del suo direttore alla comunicazione, Gerry Rice, ha affermato che è “impossibile fornire un giudizio sulla decisione presa ieri dalla Banca centrale europea”, motivando tale impossibilità sostenendo che il Fondo “non è nella posizione di fare una valutazione di come stia l’economia greca” e che è “impaziente di poterlo fare in futuro”.
F.P.