Tra crisi economica e “la persistente ipoteca costituita dalla radicata presenza della criminalità organizzata, che altera di per sé le condizioni concorrenziali, disponiamo di dati sufficienti per disegnare i contorni della tempesta perfetta nel mezzo della quale si trova oggi il Sud”. Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi intervenendo al convegno ‘Piano europeo Crescita per il Sud’.
Eppure, ha aggiunto “anche in questo mare in tempesta, ci sono isole che non ne sembrano toccate: sono tutti quei sistemi locali di produzione che stanno reggendo alla crisi. Come ha ricordato solo qualche giorno fa a Bari anche il presidente Monti, i distretti tecnologici del Mezzogiorno rappresentano la più limpida testimonianza della persistenza di un Sud industriale avanzato, dinamico, aperto, che aumenta l`export anche in un frangente tra i più difficili mai registrati”.
Tra i dati negativi, Squinzi ha ricordato che il Sud “per il decimo anno consecutivo fa registrare una dinamica del pil inferiore a quella del resto del Paese. E gli occupati continuano a diminuire. Calabria, Sicilia e Campania sono agli ultimi tre posti in Europa per tasso di occupazione (meno del 43%): secondo l`Istat, solo 6 milioni e 200 mila meridionali lavorano, 300 mila in meno di quelli che lavoravano prima della crisi, molti dei quali nell`industria. E` alto il rischio di desertificazione del tessuto produttivo meridionale”. “Non va dimenticato, poi – ha concluso – il vero e proprio tracollo della spesa pubblica in conto capitale al Sud, calata del 19%”. (LF)
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