“I drammatici dati sull`occupazione erano stati prospettati appena qualche settimana fa in occasione della presentazione del Rapporto sul mercato del lavoro 2020 del Cnel. Dobbiamo e possiamo evitare l`esplosione di quella che sarà una vera e propria bomba sociale facendo partire subito il Pnrr iniziando proprio dai progetti sul lavoro con un`attenzione particolare ai giovani e alle donne”. Ad affermarlo è il presidente del Cnel, Tiziano Treu, commentando gli ultimi dati Istat sull`occupazione.
La disoccupazione giovanile, ricorda Treu, “è cresciuta ancora raggiungendo il 29,7%, la più alta d`Europa seconda solo alla Spagna, mentre la perdita di lavoro femminile ha raggiunto cifre insostenibili (-99mila a novembre 2020). Senza contare che il 2021 si è aperto con il 77% dei contratti collettivi nazionali scaduti. Le politiche del lavoro in questo scenario diventano un test decisivo per il successo di tutto il Piano. Invito tutti a fare una riflessione sulle ricadute occupazionali del PNRR, una criticità che abbiamo riscontrato e presentato in audizione venerdì scorso”.
“Nel XXII Rapporto sul mercato del lavoro e la contrattazione collettiva un`attenzione specifica viene data ai possibili sviluppi del sistema degli ammortizzatori sociali, con una proposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil, insieme a posizioni parzialmente diverse di Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confservizi e Abi. Comune alle diverse posizioni risulta il raggiungimento della garanzia del sostegno al reddito, secondo modalità diversamente espresse dalle parti e dai settori produttivi, per le sospensioni o riduzioni dell`attività lavorativa di tutti i lavoratori dipendenti, compresi quelli delle microimprese”, aggiunge Treu.
“In questa fase è fondamentale l`utilizzo di tutte le risorse disponibili. Come abbiamo detto in audizione parlamentare, la scelta di usare solo parte dei prestiti, verosimilmente motivata dalla necessità di garantire sostenibilità finanziaria di lungo periodo, appare discutibile, poiché riduce l`impatto del Piano e la possibilità di sfruttare tutto il potenziale moltiplicatore degli investimenti pubblici che, come noto, generano un aumento di Pil maggiore della spesa necessaria per realizzarli”, sottolinea.
“Non utilizzare, dunque, tutti i prestiti del Ngeu per investimenti aggiuntivi tradisce il timore di non saperli utilizzare o di doverli destinare ad altre forme di spesa. Il timore è comprensibile, ma occorre sottolineare che tali fondi sono più che mai necessari per recuperare i ritardi storici accumulati dal nostro Paese su tutti gli obiettivi di convergenza europea”, conclude il presidente Cnel.
TN