“Oggi migliaia di lavoratori e cittadini sono scesi nuovamente in piazza in tutta Italia per denunciare la mancanza di iniziative concrete per far ripartire il nostro Paese. L`Italia non uscirà da questa situazione di forte difficoltà se non si metterà al centro il lavoro sicuro, stabile e duraturo. I fondi del Recovery Fund devono essere destinati ai settori produttivi che creano sviluppo e che rappresentano un valore aggiunto. Investire nell`ecosostenibilità delle filiere produttive, salvaguardando l`occupazione diretta e indiretta, deve essere la strada maestra che deve percorrere il Governo”. Lo sottolinea Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, nel suo intervento a Trento nel corso della giornata di mobilitazione organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
“Durante la fase acuta della pandemia il Governo ha assunto una posizione favorevole nei confronti delle organizzazioni sindacali – sottolinea il leader Uilm – coinvolgendole nella discussione e ricerca di soluzioni in tema di salute, sicurezza e lavoro. Con l`attenuarsi della diffusione del Covid-19 l`Esecutivo ha assunto un atteggiamento di chiusura verso le parti sociali, escludendole e consultandole a decisioni già assunte, come sui progetti del Recovery Plan”.
“Quando i Governi non ci hanno ascoltati e coinvolti sono state fatte riforme sbagliate come quelle sulle pensioni, sugli ammortizzatori sociali, sul mercato del lavoro, sull`articolo 18. Riforme che hanno peggiorato i diritti e le condizioni di vita e di lavoro dei nostri cittadini”.
“In Trentino c`è la grave vicenda della Sicor che ha deciso di disdire la contrattazione integrativa, provocando un grave danno economico e normativo ai lavoratori. Da luglio continuano scioperi e mobilitazioni che hanno coinvolto la maggior parte dei lavoratori delle aziende trentine, nel silenzio assordante della Provincia e di Confindustria. Noi non rinunceremo a salvaguardare i diritti dei lavoratori acquisiti negli anni”.
“Oggi abbiamo un Paese più povero, con l`aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali, oltre 800 mila posti di lavoro persi nell`ultimo anno e un`economia al collasso. Bisogna ripartire dal lavoro, con riforme strutturali e investimenti tecnologici, in ricerca e sviluppo. Sarebbe imperdonabile disperdere i fondi europei del Recovery Fund in centinaia di progetti”.
“Se non arriveranno risposte concrete dal Governo e da Confindustria sui rinnovi contrattuali che riguardano dieci milioni di lavoratori, siamo pronti a tornare in piazza. Ripartiamo dal lavoro, dagli aumenti salariali e dalla sicurezza. Solo così l`Italia tornerà a crescere e potrà uscire da questo clima di estrema incertezza”.
E.G.