Negli ultimi 30 anni l’Italia ha smesso di crescere fino a diventare il fanalino di coda tra le maggiori economie mondiali. E’ quanto rileva un rapporto del centro studi di Confcommercio che analizza a trecentosessanta gradi la situazione economica e la crescita di lungo periodo dell’economia italiana, l’andamento dei consumi e dell’impatto che l’aumento dell’Iva avrebbe sulle tasche delle famiglie italiane in vista della Legge di Bilancio. In 60 anni, sottolinea il report, l’Italia è cresciuta in media del 2% attestandosi al sedicesimo posto tra i 25 Paesi presi in considerazione dalla confederazione.
Nei primi trenta, dal 1961 al 1990, l’economia italiana è cresciuta mediamente del 3,5% (sesto posto e meglio della Germania al 2,9%). Nei secondi trent’anni, dal 1991 a oggi, l’Italia è però cresciuta in media solo dello 0,5% diventando la peggiore economia dei 25 Paesi.
E dall’inizio della crisi (2008) il Pil reale pro capite è diminuito di 1.500 euro, passando dai 28.200 a 26.700 euro. “Siamo diventati un piccolo Paese in un mondo relativamente grande”, ha detto il direttore dell’ufficio studi Mariano Bella.


























