Se lo stage scolastico significa approcciare il mondo del lavoro, che questo vada fatto nei termini della piena sicurezza e non come un battesimo di fuoco. Parliamo di ragazzi di quindici, sedici, diciassette anni, che spesso vengono lanciati (e non introdotti) nel mondo produttivo senza alcuna consapevolezza di regole, rischi e responsabilità. Per contrastare quella sta diventando una prassi, Fòrema – ente di formazione di Confindustria Veneto Est – lancia un ciclo permanente di incontri formativi destinati a chi, in azienda, ha il dovere di proteggere i più giovani: responsabili e addetti alla sicurezza (RSPP/ASPP), datori di lavoro, dirigenti, HR, preposti, tutor aziendali, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, formatori, coordinatori scolastici e responsabili di percorsi duali e PCTO.
Si affronteranno temi centrali come i fattori di rischio specifici per i minori, le attività vietate, la valutazione dei rischi personalizzata, il ruolo del tutor e l’importanza dell’affiancamento operativo; ma anche l’articolo 28 del D.Lgs. 81/08, la normativa L. 977/67, le linee guida SiRVeSS, la definizione delle attività pericolose per apprendisti e studenti, la trasmissione delle competenze dai lavoratori anziani, e casi pratici di valutazione del rischio in contesti aziendali reali.. E se in generale la sicurezza non è una voce di bilancio ma un principio etico, quando si parla si parla di adolescenti l’imperativo diventa più forte.
“Ogni ragazzo che entra in azienda porta con sé entusiasmo, sogni e fragilità”, dichiara Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema. “Non possiamo permetterci che la prima esperienza lavorativa diventi un rischio per la loro salute o, peggio, per la loro vita. La sicurezza non è burocrazia: è una responsabilità morale che chi guida le imprese deve assumersi, ogni giorno, con competenza e umanità. È fondamentale non abbassare la guardia. I ragazzi arrivano in azienda pieni di entusiasmo ma spesso totalmente ignari dei pericoli. Non basta accoglierli con un sorriso: serve preparazione, consapevolezza, formazione”.
“Parlare di sicurezza con chi guida le aziende significa affrontare il problema alla radice – conclude Sinigaglia –. Formare le figure di riferimento è l’unico modo per evitare che l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro diventi un salto nel vuoto. Per questo offriamo percorsi che non sono obbligatori per legge, ma indispensabili per chi, in azienda, ha il dovere morale di guidare e proteggere le nuove generazioni”.