Gli accordi sul sistema di contrattazione firmati in questi giorni da Cgil, Cisl e Uil, il primo con il mondo artigiano, il secondo con la Confcommercio, rappresentano una grande novità per il mondo del lavoro, rompendo in misura notevole gli schemi che hanno retto per tanti anni. Per il contenuto di questi accordi, soprattutto per la qualità delle parti che li hanno sottoscritti.
Il dato più rilevante, che balza agli occhi, è che su una materia così importante come la struttura della contrattazione, le confederazioni sindacali abbiano firmato un’intesa con soggetti importanti delle relazioni sindacali, ma senza la Confindustria. Il dialogo con gli industriali ha subito varie vicissitudini, ma al momento è ancora fermo al palo. Vincenzo Boccia si è incontrato più volte con i vertici del sindacato, ma il confronto vero non ha preso il volo. Le ragioni di questo ritardo non mancano: prima c’è stata la lunga vicenda del cambiamento del presidente di Confindustria, poi la complicazione del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Forse ha influito anche il fatto che non esisteva una posizione precisa nella quale si potesse identificare tutto il mondo dell’industria. Fatto sta che altre organizzazioni datoriali hanno cominciato a parlarne subito dopo che Cgil, Cisl e Uil a gennaio avevano messo a punto il loro documento, non hanno subito interruzioni, alla fine sono arrivate alla firma. La prima è stata la Confapi, nel mese di giugno, adesso artigiani e commercianti.
Questa è davvero una rivoluzione, perché mai commercianti e soprattutto artigiani in altri tempi avrebbero fatto una cosa del genere. Sarebbero stati i sindacati per primi a non osare un passo del genere. Le relazioni industriali, lo dice la parola stessa, sono sempre state appannaggio della Confindustria, che al massimo lo condividevano con le associazioni delle imprese a partecipazione statale quando queste esistevano, Intersind e Asap. Ma uno “sgarbo” del genere da artigiani e commercianti era impensabile.
E invece questo è avvenuto. Confindustria deciderà per conto suo, senza porsi troppi problemi per il fatto che queste altre associazioni sono arrivate prima, ma il fatto la dice lunga sulla distribuzione del potere all’interno del fronte imprenditoriale. Confindustria subisce il peso di un appannamento che sta durando da un po’ troppo tempo, causato da una serie di fatti e avvenimenti precisi. Nulla di irreparabile, ma è bene che anche la confederazione degli industriali prenda atto di questa diversa realtà che si è venuta a creare, per poter intervenire di conseguenza.
Ma questi accordi sono importanti anche per altri motivi. Innanzitutto perché dimostrano una forte vitalità dei corpi intermedi. Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli attacchi alle rappresentanze della produzione, del commercio e del lavoro, i governi hanno fatto morire la concertazione, è cresciuta l’idea malsana che fossero solo impalcature del passato senza vera finalità sociale di valore. Residui del passato, per lo più. Beh, hanno dimostrato che non è così, che sono organizzazioni vitali, in grado di prendere decisioni importanti per il loro futuro e per il bene del paese. Organizzazioni che non a caso, come è scritto nei due accordi, affermano la loro volontà di partecipare alle decisioni di fondo di questo paese, perché le forze che rappresentano sono reali. Un dato di fatto importante, da non sottovalutare assolutamente.
Ed è rilevante che a compiere questo passo, decidendo le regole secondo le quali svolgere il loro mestiere più rilevante, quello della contrattazione, siano state le rappresentanze delle imprese minori. Appunto, prima la Confapi, poi gli artigiani, poi Confcommercio. Ossia la rappresentanza della piccola impresa, che peraltro ha imparato a fare rete, a pensare in grande, e che comunque non vuole più essere assoggettata a Confindustria.
Un altro aspetto importante è che con questi accordi il sindacato ha definitivamente preso atto, fino appunto a scriverlo nero su bianco e a sottoscriverlo, che la ricchezza si distribuisce solo se prima la si produce. Il salario variabile indipendente è venuto meno da tanto tempo, ma adesso il concetto è sempre più nitido, e si è scritto che la contrattazione è uno strumento per crescere.
I sindacalisti lo hanno sempre saputo e praticato, che la contrattazione è l’arma per migliorare, ma questo ragionamento adesso si è arricchito e strutturato ed è un fatto rilevante. Come anche è importante che si sia rovesciato il rapporto tra contrattazione e rappresentanza. Finora si è sempre agito nel presupposto che è rappresentativo chi firma gli accordi. Sottoscrivo un accordo, quindi esisto. Adesso l’ordine è cambiato: prima si deve dimostrare di essere rappresentativi, e solo dopo si può accedere alla contrattazione.
E, altro aspetto di massimo rilievo, questo varrà sempre di più per le rappresentanze del lavoro, ma anche per quelle dell’impresa. Le quattro associazioni artigiane e la Confcommercio hanno acconsentito a varare strumenti per misurare anche la loro rappresentatività. E questo sarà uno strumento in più per evitare contratti pirata e dumping salariale, realtà che purtroppo, complice anche il frazionamento della rappresentanza imprenditoriale, è sempre più diffusa.
Infine, c’è da sottolineare l’attenzione che le parti hanno attribuito alle pratiche della bilateralità, sempre più rilevanti e sempre più centrali per la soddisfazione dei bisogni espressi sia dai lavoratori che dalle imprese. Ed è stato indicato che per questa strada si può approdare con successo anche alla partecipazione. Non capitava spesso di sentire artigiani e commercianti che lodavano la partecipazione e manifestavano interesse a praticarla. Davvero forse qualcosa è cambiato nel profondo del mondo del lavoro. Ed è cambiato in meglio.
Contrattazione
Gli eventi piu importanti della settimana sono la firma dei due accordi tra Cgil, Cisl e Uil e, rispettivamente, le associazioni dell’artigianato, mercoledi 23, e Confcommercio, il 24. Le intese rivoluzionano le relazioni industriali e preparano il terreno ai futuri rinnovi contrattuali, in base alle nuove modalità individuate da sindacati e imprese.
Intanto, questa settimana gli elettrici hanno rotto il tavolo delle trattative sul rinnovo del contratto nazionale. I sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno proclamato lo sciopero e l’immediata sospensione delle relazioni sindacali in tutte le aziende del settore. Nel settore della fabbricazione di spazzole e pennelli è stato siglato l’accordo che coinvolge 5000 addetti in 700 imprese e prevede l’aumento complessivo nel triennio di 78 euro, di cui 70 sui minimi e 8 euro sull’assistenza sanitaria integrativa.
La nota
Massimo Mascini ci parla dei finanziamenti che andranno a micro e piccole aziende agricole per rinnovare il parco macchine di cui 25 milioni dell’Inail e 20 del ministero del Lavoro. Mentre, dal prossimo anno il fondo sarà di 35 milioni. Fernando Liuzzi riferisce sul tavolo per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, che in questo weeek end dovrebbe arrivare alla stretta finale anche se le difficoltà sono ancora molte.
Interviste
Un approfondimento sull’accordo per le nuove relazioni industriali firmato mercoledi scorso tra sindacati e organizzazioni dell’artigianato arriva da Nunzia Penelope, che sul tema ha intervistato il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, e il segretario confederale Cgil Franco Martini.
Elettra Raffaela Melucci ha invece intervistato il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani, sul blocco della trattativa per il rinnovo del contratto del settore tessile. Sempre Elettra Raffaela Melucci ha intervistato il segretario generale della Cisl di Torino, Domenico Lo Bianco, sulla situazione dei giovani precari torinesi, anche alla luce delle agitazioni dei riders di Foodora.
Il blog del Diario
Claudio Negro: L’alternanza scuola-lavoro e l’imitazione dell’anticapitalismo
Diario della crisi
Questa settimana sono entrati in agitazione i lavoratori di due settori strategici per la viabilità del paese. I lavoratori dell’ex Telecom di Palermo entreranno in sciopero contro i tagli dichiarati dell’azienda mente il 7 dicembre metteranno in campo un altro sciopero i lavoratori della manutenzione autostradale. I sindacati denunciano il rischio di perdere circa 3600 posti di lavoro nel settore.
Documentazione
Nella sezione dedicata è possibile consultare i testi delle tre intese firmate da Cgil, Cisl Uil e organizzazioni dell’artigianato nell’ambito dell’accordo sulla riforma dei contratti e le nuove relazioni industriali. E’ possibile inoltre trovare i consueti dati Istat della settimana: i dati sul fatturato dei servizi del III trimestre 2016, i dati sul commercio al dettaglio del mese di settembre, i dati sul fatturato e ordinativi dell’industria sempre di settembre, i dati sui contratti collettivi e retribuzioni contrattuali di ottobre, i dati sul commercio extra Ue di ottobre, i dati sulle prospettive dell’economia italiana negli anni 2016-2017. inoltre, è possibile visionare il testo dell’accordo Confcommercio- Cgil, Cisl e Uil, il testo dell’accordo sindacati-artigiani, le slides Mediobanca sullo stato di salute dell’editoria italiana, la lettura della Fondazione Di Vittorio dei dati Inps sulle assunzioni.