“Confindustria viola i patti di giugno, il suo presidente Emma Marcegaglia piegata ai diktat del governo, e sul piatto una manovra a cui, dopo il vertice di Arcore, manca soltanto la tassa sul pane per colpire famiglie lavoratori e pensionati”. La pensa così Susanna Camusso, segretario della Cgil, che – intervistata da l’Unità – si prepara allo sciopero generale del 6 settembre.
“Altro che ascoltare gli appelli al confronto – aggiunge Camusso – Non c’è discussione, non c’è dialogo, una volta che la maggioranza riesce a trovare un faticoso accordo tutti si devono adeguare”. Secondo Camusso “l’elemento centrale è che il dato di iniquità viene rafforzato. L’Iva non è una tassa sui ricchi, riguarda i consumi soprattutto quelli della povera gente”. Sulla Marcegaglia, la sindacalista è chiara: “Confindustria si adegua al diktat del governo, l’articolo 8 del decreto per noi non è tollerabile. Ci batteremo azienda per azienda affinché sia rispettato l’equilibrio tra contratto nazionale e la contrattazione di secondo livello”. “La Cgil – afferma Camusso – non ha chiesto a nessuno di aderire allo sciopero, nemmeno al Pd”. Per il segretario Cgil si confondo le cause con gli effetti: “Non è la Cgil a determinare le condizioni dello sciopero generale, è il governo. Chi ci critica legga almeno la nostra piattaforma”. Infine, per Camusso “non è vero come dice il ministro Sacconi che l’intervento sul lavoro lo ha chiesto la Bce”. (LF)
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