Per l’Aaroi-Emac la convocazione dell’Aran per discutere sul contratto nazionale non basterà a revocare lo sciopero, data la “strumentalizzazione politica”. L’associazione è perplessa per una trattativa “che incredibilmente dopo oltre otto anni di chiusura totale, la trattativa andrebbe a sbloccarsi ‘casualmente’ a pochissimi giorni dal voto”.
“La convocazione Aran era ormai nell`aria, – sottolinea in una nota l’Aaroi-Emac – che, fino al momento in cui le organizzazioni sindacali dei medici ospedalieri ed alcune degli infermieri (grandi assenti, guarda caso, quelle Confederali del Comparto) non hanno annunciato lo sciopero del 23 febbraio, ha visto la sanità argomento tabù per tutte le forze politiche in corsa per il 4 marzo. Salvo poi, improvvisamente come ci aspettavamo, a seguito del malcontento montante dei professionisti sanitari, essere messa al centro di promesse multilaterali giocate al rialzo”.
“Ce ne rallegriamo – prosegue l’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica le a l’associazione – ma anche in considerazione della recente accelerazione dei contratti nazionali di altri comparti del pubblico impiego, frettolosamente siglati all’insegna degli ormai mitologici 80 euro, riteniamo evidente la strumentalizzazione politica ‘grazie’ alla quale avvengono convocazioni-lampo, prive di reali trattative, improntate ad un ‘prendere o lasciare’ che si connota come l’ennesima distruzione di trattative sindacali ridotte completamente ad informazione, come denunciato anche da alcune organizzazioni sindacali infermieristiche”.
La “convocazione-lampo” secondo l’Aaroi-Emac, “rafforza la nostra convinzione che gli appuntamenti elettorali non possono essere motivo per chiudere la partita contrattuale dei medici con simili presupposti”.
I medici che l’AAROI-EMAC rappresenta, anestesisti rianimatori in primis, “non sono disposti ad accontentarsi di simili scenari, pur se non ci stupiremo affatto, anche a fronte del loro eventuale verificarsi, di qualche ritiro da una protesta che, nata sotto comuni intenti di rilancio del sistema sanitario nazionale e dei suoi professionisti, oggi rischia di diventare scomoda soprattutto per il Governo uscente, in favore del quale qualche sindacato malcelatamente si appresta a far da stampella per la riconferma elettorale dei suoi esponenti, con strategie sindacali di cui, a voler essere ingenui, ci sfuggono gli obiettivi di tutela dei lavoratori che rappresenta”.
“A meno che il 20 febbraio non vengano proposte condizioni minime per iniziare un confronto, scenario che al momento ci pare sempre lontano – conclude l’Aaroi-Emac – anche nel caso in cui dovessimo protestare da soli, come d`altra parte, di fatto, è già accaduto in passato, per quanto ci riguarda il 23 febbraio sarà sciopero”.
e.g.