L’Osservatorio mercato del lavoro Cna, curato dal Centro studi della Confederazione, ha rilevato che nel 2017 l’occupazione nel settore artigiani e piccole imprese è cresciuta del 2,7% e le donne (+3,7%) hanno fatto meglio degli uomini (+2,1%). Per il centro studi Cna, il risultato conseguito non era prevedibile nemmeno nella previsione più rosea , addirittura superiore al +2,4% del 2016 e al +2,3% del 2015, portando al +7,7% l’incremento complessivo dal dicembre 2014, alla vigilia dell’entrata in vigore del pacchetto di riforme che hanno profondamente modificato la disciplina del lavoro in Italia. E se il 2018 si prevede positivo, ciò a conferma che, a dispetto del ricorrente pessimismo, nel nostro Paese il rischio di una ripresa economica senza occupazione sembra fugato.
La rilevazione mensile del Centro studi Cna è condotta su un campione di circa 20mila imprese associate con quasi 133mila addetti.
Per il Cna il rafforzamento del quadro macro-economico italiano si è senza dubbio riflesso di questo aumento significativo delle assunzioni nelle imprese artigianali, piccole e medie. In particolare, negli ultimi dodici mesi il numero di contratti attivati in queste tipologie d’impresa è cresciuto del 26,6% rispetto al 2016. A trainare tale avanzata i contratti flessibili. A fronte di un calo del 5,7% delle assunzioni a tempo indeterminato, infatti, il lavoro intermittente è salito del 231,1% (soprattutto per l’abolizione dei voucher), l’apprendistato del 23,3% e il tempo determinato del 23,2%.
Rispetto a dicembre 2014 i posti di lavoro a tempo determinato sono cresciuti del 280,5%, nell’apprendistato l’incremento è risultato del 68,3% e nel lavoro intermittente del 15% mentre risultano in calo del 14,4% i dipendenti a tempo indeterminato.
Nel complesso, però, il tempo indeterminato rappresenta ancora la fetta più importante dell’occupazione nelle piccole imprese (68,5%), seguito da tempo indeterminato (19,7%, marcando un aumento 14,1%), apprendistato (9,1%, +3,3%) e lavoro intermittente (2,6%, +0,1%).
A dicembre, confermando una tendenza già fotografata negli anni passati, l’occupazione è calata. E nel 2017 in maniera più sensibile degli anni precedenti, riflettendo la crescita maggiormente accentuata. E` il mese, infatti, nel quale si chiudono molti contratti a termine e, parallelamente alla crescita della flessibilità, quello che registra più cessazioni
In particolare, l‘ultimo mese dell’anno ha sofferto una contrazione dell’occupazione (-2,4%) risultato del combinato disposto di un aumento delle assunzioni pari all`1,7% e di una crescita delle cessazioni schizzata al +4,1%. Per tipologia contrattuale sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-51,5%) e l’apprendistato (-9,4%), aumentati i contratti a tempo determinato (+6%) e intermittenti (+205,2%). Tra le donne le assunzioni hanno segnato un +3,9% mentre tra gli uomini si sono ridotte dell`11%.
Nel complesso moderatamente positive le stime dell’Osservatorio mercato del lavoro CNA per il 2018. Quest’anno la crescita dei livelli occupazionali nelle piccole imprese dovrebbe proseguire, e potrebbe arrestarsi la riduzione dei contratti a tempo indeterminato, stimolata da un quadro macro-economico favorevole, dal disinteresse delle imprese rispetto alla precarietà, dalla scadenza dei contratti triennali previsti dal Decreto Poletti e dalle misure inserite nella Legge di Bilancio 2018. In particolare, dall’inserimento degli sgravi contributivi per i giovani assunti a tempo indeterminato che potrebbero favorire la ripresa dell’occupazione permanente.