L’investimento sulle nuove generazioni per la costruzione di capitale umano attrezzato ad affrontare le sfide complesse del futuro è strategico, dunque ogni sforzo deve essere sostenuto in questi ultimi giorni che ci separano dall’avvio delle lezioni per consentire che tutti i bambini e i ragazzi possano riprendere stabilmente il loro percorso scolastico.
La pandemia ha reso evidente la centralità del sistema educativo ed anche la sua rilevanza nel contribuire a supportare l’organizzazione della vita quotidiana delle famiglie. Allo stesso tempo, però, ha fatto emergere tutte le criticità accumulatesi in anni di disinvestimento nell’istruzione, che hanno reso allarmante lo stato dell’edilizia scolastica e drammatica la gestione del personale, con gli inevitabili riflessi sulla qualità degli apprendimenti e sui risultati formativi degli alunni. L’avvio dell’anno scolastico e la ripresa della didattica in presenza per il massimo numero possibile di alunni è la sfida che i dirigenti scolastici stanno affrontando con enorme impegno in queste ore, messi a dura prova da mesi di ritardi nelle decisioni della politica e in carenza di indicazioni ministeriali tempestive e chiare, che avrebbero potuto rendere meno complesso il quadro generale sul quale intervenire.
La riapertura non può, tuttavia, essere il ritorno ad una “precedente normalità” su cui graverebbero tutti i problemi irrisolti del passato, ma piuttosto l’occasione di un’inversione di tendenza, di un investimento forte (economico e normativo) nella necessaria trasformazione del sistema educativo. Abbiamo l’opportunità di renderlo efficace e davvero inclusivo, in grado di ridurre i divari socio-economici di partenza e di fornire a tutti i ragazzi le stesse opportunità di sviluppo individuale. Per fare questo non bastano interventi tampone e in ordine sparso, ci vuole una visione lungimirante e ben delineata e la determinazione manageriale nel realizzarla, che non trascuri la necessità di riallineare il sistema dell’istruzione alle esigenze di un mondo del lavoro già distante e soggetto ora ad ulteriori rapide trasformazioni. L’occasione del Recovery fund non può essere mancata per risolvere i tanti ed annosi problemi: connessione ultraveloce, strumentazione digitale, formazione del personale docente a metodologie didattiche attive e competenze digitali, revisione delle modalità di assunzione da affidare alle scuole e introduzione di un sistema di valutazione e carriera, rafforzamento della connessione tra scuola e mondo del lavoro. Primi tra tutti, vanno messi in sicurezza gli edifici scolastici e realizzati ambienti di apprendimento innovativi e deve essere affrontato in modo risolutivo il problema cruciale della gestione del personale, uscendo dalla logica delle graduatorie e del precariato che ha raggiunto livelli insostenibili e che non consente di dare ai nostri ragazzi i docenti di qualità di cui hanno diritto.
Insieme ai dirigenti scolastici c’è un’altra categoria chiamata di nuovo in causa in queste ore, che ha già dimostrato abnegazione e altissima professionalità nei mesi passati e che va messa in condizione di essere pronta all’imminente sfida: quella dei dirigenti medici. Senza un’interazione proficua a livello territoriale tra Sanità e Istruzione la riapertura rischia di sfuggire dal controllo. I due sistemi sono chiamati ad agire in modo tempestivo e integrato, con una pianificazione chiara che sappia prevenire i problemi e contenere le conseguenze del rischio che, in modo calcolato, il Paese si troverà inevitabilmente a correre. Anche per il Servizio Sanitario Nazionale oltre agli accordi politici e agli stanziamenti, dunque, c’è bisogno di attenta cura nella declinazione operativa e nell’attribuzione in modo sostenibile delle responsabilità dell’attuazione, non senza specifici accordi contrattuali laddove necessario. E’ necessario e urgente creare le condizioni per evitare è che tempi troppo lunghi di reazione del Sistema Sanitario sui territori, con conseguente eccessiva attesa alle richieste di intervento sanitario delle famiglie, paralizzino l’operatività delle scuole o, peggio, non consentano di tenere sotto controllo la situazione complessiva.
Dalla politica ci aspettiamo scelte coerenti, di prospettiva e non solo di emergenza, investimenti mirati adeguati alle necessità, definizione tempestiva di protocolli e misure organizzative e un investimento di fiducia sulle figure dirigenziali, cruciali in questo momento in ogni organizzazione e determinanti nella scuola e nella sanità, per superare con determinazione e competenza questa fase storica ponendo le basi per una trasformazione ed un miglioramento duraturo.
Licia Cianfriglia
Vicepresidente CIDA con delega all’Area Istruzione-Formazione