Scricchiola il progetto di fusione per la costituzione di Confindustria Romagna e il presidente dell’associazione degli industriali di Forlì, Vincenzo Colonna, si dimette. Dagli uffici tendono a gettare acqua sul fuoco e garantiscono che il percorso avviato nell’ottobre 2014 tra Rimini, Ravenna, Forlì e Cesena comunque non si interromperà.
Potrebbe, però, proseguire “zoppo”.
Le “irrevocabili dimissioni” del presidente di Confindustria Forlì-Cesena sono arrivate in giornata. Ma erano già nell’aria la scorsa settimana, quando il consiglio direttivo degli industriali si è riunito per deliberare sul documento programmatico relativo alla fusione con le territoriali di Ravenna e Rimini nell’unico soggetto “Confindustria Romagna”.
Quel consiglio, quasi all’unanimità, aveva ritenuto che i contenuti del documento fossero “decisamente inadeguati”. Sarebbe “irresponsabile” – spiegavano gli imprenditori di Forlì – avviare una fusione senza avere una garanzia non tanto sulla spartizione degli immobili, ma sulla divisione dei compiti e dei servizi tra le tre territoriali. “Dettagli” che si potevano tranquillamente “chiarire” anche dopo la fusione, a detta di Rimini e Ravenna che sono intenzionate a procedere in tutti i casi con la fusione davanti al notaio.
Non è dello stesso parere Vincenzo Colonna che, “constatata la distanza creatasi tra la sua posizione e quella del proprio consiglio direttivo”, ha ritenuto “opportuno rassegnare le sue irrevocabili dimissioni” augurando però “ogni positivo traguardo per il futuro” all’associazione. Che ora, dopo due anni e mezzo, si trova senza presidente e dovrà avviare l’iter per una nuova elezione.