“Una crescita duratura ed equa non è raggiungibile, se non in un contesto di stabilità finanziaria”. Lo scrive il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella premessa al Piano nazionale delle riforme, segnalando che la crisi ha avviato “processi di riforma della governance tutti allineati sul principio della prudenza e del rigore fiscale. E’ chiaro che non vi sono più spazi per incertezze: la politica di rigore fiscale non è temporanea, non è la conseguenza imposta da una congiuntura economica negativa, ma è invece la politica necessaria e senza alternative per gli anni a venire. Anche in assenza di una regola europea, i mercati non pretenderebbero nulla di sostanzialmente diverso. Devono essere quindi logica ed impegno comune, tanto della politica quanto di tutte le parti sociali, non avere e/o dare illusioni, attraverso messaggi contradditori, supponendo una presunta alternativa tra rigore e crescita. L’unico messaggio responsabile e nell’interesse del Paese – sottolinea il ministro dell’Economia – è che non esistono i presupposti per una crescita duratura ed equa senza stabilità dei conti pubblici. La crescita non si fa più con i deficit pubblici. E’ questa l’impostazione della politica italiana di finanza pubblica, iniziata nel 2008 con la Legge finanziaria triennale e da allora proseguita”.
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